Prince (foto LaPresse)

Non solo Prince. E' vero che c'è un'ecatombe di personaggi famosi?

Redazione
Così ci sembra, questo percepiamo, ma la realtà è diversa, e quanto ci appare non sempre è corretto. Da Bowie a Zaha Hadid, da Umberto Eco a Gianroberto Casaleggio perché non è vero che c'è una moria generalizzata di star. E' solo colpa della tecnologia.

David Bowie il 10 gennaio. E poi Harper Lee il 19, lo stesso giorno di Umberto Eco. E poi Johann Cruyff il 24 marzo, una settimana prima di Gianmaria Testa, Zaha Hadid, Imre Kertész. E ancora Gianroberto Casaleggio, prima di Prince, l'ultimo, giovedì 21 aprile. C'è una moria generalizzata di grandi star? Così ci sembra, questo percepiamo, ma la realtà è diversa, e quanto ci appare non sempre è corretto. Lo spiega bene il Telegraph, che allontana l'ipotesi di una strage di celebrità in cinque punti.  

 

 

 

Così, nonostante la BBC ci fa sapere su Instagram che il numero di obituaries nei primi tre mesi del 2016 sono aumentati di cinque volte rispetto al 2012, i dati sulle morti dell'ufficio di statistica inglese sono in linea con quelli degli anni scorsi: da gennaio a oggi è stato segnalato un aumento di decessi del 3 per cento rispetto alla media degli ultimi cinque anni, "una cifra che rientra nei normali limiti di varianza".

 

 

 

22 APR: Why have so many well-known figures died in 2016? Find out more: bbc.in/deaths #BBCGoFigure

Una foto pubblicata da BBC News (@bbcnews) in data:

 

E allora da cosa deriva questa sensazione? Da un problema di percezione.

 

L'eco mediatica della morte di un personaggio famoso dura in media alcuni giorni, una settimana nei casi riguardanti cantanti o attori di fama mondiale. Se gli addii sono ravvicinati nel tempo ecco che questi deformano la nostra attenzione, ingigantendo il "senso di abbandono". Una cosa che accade con sempre più costanza considerato l'abbassamento della cosiddetta "soglia di celebrità": in un mondo sempre più connesso e legato al mondo dello spettacolo, il numero di personaggi notori è aumentato. E così all'aumentare di uomini e donne conosciute aumentano il numero di notizie legate ai decessi. Notizie che poi vengono amplificate dalla sempre maggiore rilevanza dei social network. Se infatti un tempo era la televisione e la radio a dare le notizie di un decesso, ora internet ha esponenzialmente aumentato i messaggi di commiato: "Sono diventati i cittadini ormai gli scrittori di necrologi", e tutto questo aumenta la nostra attenzione sui decessi. Non c'è una strage di star, è che queste sono aumentate, molte hanno vissuto la rivoluzione rock&roll degli anni Sessanta e Settanta, sono invecchiate all'insegna del cliché del sessodroga&rockandroll, i social amplificano gli addii e ogni morte ci sembra il risultato di un'ecatombe. E' solo la tecnologia, bellezza.

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