La resa dei conti dell'islamico moderato
"Onore al popolo turco. Allahu Akbar!”. Davide Piccardo ha sofferto di una grave forma di incontinenza sui social network dopo il fallito golpe in Turchia. Ma una incontinenza rivelativa. A capo del Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, Piccardo guida quel Caim che conta oltre una ventina di associazioni, alcune delle quali hanno vinto il bando per la costruzione di una moschea nell’area del vecchio Palasharp. Figlio dell’ex direttore dell’Ucoii Hamza Roberto Piccardo, Davide Piccardo è telegenico, spesso ospite di talk-show e si è ritagliato un ruolo chiave come leader carismatico dei Giovani musulmani d’Italia che ha fondato nel 2001.
A ridosso delle elezioni a Milano, Piccardo ha portato sotto la Madonnina quel Tariq Ramadan che da anni figura come punto di riferimento per la galassia di un salafismo che prova a cambiare le democrazie europee dal di dentro (da qui la scelta di portare in Consiglio comunale con Beppe Sala quella Sumaya Qader, rappresentante velata dell’ortodossia islamica che si muove nell’alveo della Fratellanza musulmana). Quello che Davide Piccardo ha da dire è importante per capire cosa pensa l’“islam moderato” in Italia. “Quando in Turchia c’era il tipo di democrazia che piace a molti da queste parti, il sindaco di Istanbul si faceva la galera per aver letto una poesia, il sindaco si chiamava Erdogan”, scrive Piccardo.
Peccato che non si leggano condanne di Piccardo sui poeti messi in carcere da Erdogan nella sua di democrazia plebiscitaria. “Mio fratello curdo mi chiama stamattina da Ankara raccontandomi con orgoglio la notte passata a fronteggiare i carri armati golpisti”, scrive ancora il nostro. “Lo ascolto e mi viene la pelle d’oca. Rispetto e un po’ di sana invidia. Alhamdulillah”. Infine, quella nemmeno tanto velata minaccia di una resa dei conti violenta: “Gulenisti e massoni non vi invidio per niente”. A questo punto, di fronte a tanta incontinenza, a tanto sfoggio di moderazione, Davide Piccardo è pronto per fare da protagonista in una delle auliche ed edificanti serate Rai che Gad Lerner dedicherà proprio alla mezzaluna. Allahu Akbar!