Il Foglio internazionale
L'antisemitismo e gli ultimi ebrei europei
La decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione europea potrebbe portare a una destabilizzazione dell’intero continente tale che la stessa sopravvivenza delle comunità ebraiche è oggi in forse. Lo ha detto uno dei rabbini più importanti d’Europa, Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei, secondo cui “le conseguenze entro trent’anni saranno catastrofiche”. In un discorso al Parlamento europeo, Goldschmidt ha detto che gli ebrei oggi hanno i piedi su due binari, “con i treni provenienti a velocità sempre crescente”. “Uno è il treno dell’islam radicale e del terrorismo islamico. L’altro è il treno dell’antisemitismo della vecchia Europa, l’estrema destra”. Ha poi aggiunto: “Entrambe le minacce sono minacce esistenziali per gli ebrei europei. Entrambi i treni devono essere fermati prima che sia troppo tardi”.
Il suo discorso è stato tenuto a Bruxelles nell’ambito di un dibattito speciale dal titolo “Il futuro delle comunità ebraiche in Europa”. Dati sconcertanti, quelli portati da Goldschmidt: il 22 per cento (quasi uno su quattro) degli ebrei intervistati in nove paesi europei ha detto di evitare eventi ebraici perché teme per la propria sicurezza; il 40 per cento degli intervistati (1.200 ebrei in Francia) ha detto che non indossa più i simboli religiosi nel timore di attacchi antisemiti. Secondo Goldschmidt, le ondate di immigrati in Europa “devono lasciarsi alle spalle il rabbioso antisemitismo e il radicalismo dilagante in medio oriente”.
Goldschmidt si è lanciato in una previsione: “A trent’anni da oggi, l’Europa sarà sotto l’influenza dei Fratelli Musulmani o sotto l’effetto della destra radicale”. La minaccia per gli ebrei d’Europa non è confinata “agli elementi fascisti dell’islam”, fede caratterizzata da estremisti come Amedy Coulibaly che ha ucciso quattro ostaggi in un supermercato kosher a Parigi lo scorso anno. “Nuove forme di espressioni antisemite travestite, politicamente corrette, sono riemerse dopo essere rimaste in gran parte inattive a partire dalla Shoah”. Secondo Goldschmidt, “l’islam radicale non vincerà la guerra contro l’Europa soltanto in virtù della propria forza, ma a causa della debolezza dell’Unione europea”.
E’ un problema interno al multiculturalismo europeo, secondo il rabbino: “E’ impensabile che in alcune delle case di preghiere d’Europa, il clero chieda ai propri seguaci di sottomettere le mogli e di promuovere i delitti d’onore”. Nel suo intervento di chiusura nel convegno, anche il socialista tedesco Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato: “Quando vediamo che un ebreo su cinque in Europa ha sperimentato la violenza verbale o fisica, quando vediamo che la popolazione ebraica in Europa è diminuita da quasi quattro milioni nel 1945 a poco più di un milione di oggi, allora sappiamo che è giunto il momento non solo di fare una dichiarazione politica chiara, ma di intraprendere azioni efficaci nel più breve tempo possibile”.