I monumenti dell'Appennino feriti dal terremoto
Sono già 1.500 le opere d'arte trasferite dalle chiese e dai musei delle zone terremotate. Ora, dice il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, bisogna affrontare l'emergenza per poi seguire un percorso di ricostruzione che porti al rilancio dell'area colpita dal sisma. "La dorsale appenninica è uno dei punti più belli d'Italia, non possiamo lasciare che il turismo si concentri solo sulle città d'arte, perché anche le cronache di questi giorni ci dicono che stentano a reggere il peso di troppe visite". Si è trattato di un sisma "devastante" che ha colpito un numero ingente di beni culturali vincolati, ma soprattutto ha distrutto interi borghi di rara bellezza, ha spiegato il ministro.
“Le segnalazioni (dei danni al patrimonio artistico, ndr) erano state circa 3.000” prima dell’ultima violenta scossa di domenica 30 ottobre, “mi aspetto almeno altre 2.000 segnalazioni”, ha detto il segretario generale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Antonia Pasqua Recchia. I danni al patrimonio artistico sono ingenti: dalla basilica trecentesca di San Benedetto a Norcia, alla torre civica e alla chiesa di Sant'Agostino di Amatrice, già danneggiate dal terremoto del 24 agosto scorso.
Il sisma del 30 ottobre ha dato il colpo di grazia alla torre civica di Amatrice (Foto dal drone dei Vigili del fuoco)
E poi il duomo di Orvieto, dove si sono staccati dei calcinacci, sino alla basilica romana di San Paolo e alla chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, dove è stata lesionata la cupola del Borromini, capolavoro unico dell'arte Barocca.
A Macerata il centro storico di Penna San Giovanni è stato chiuso ed è crollato il campanile della Chiesa di San Giovanni, nella piazza centrale del borgo. A Tolentino danneggiate la Cattedrale di San Catervo e la Basilica di San Nicola.
Tolentino, crolli in centro paese
Basilica di San Nicola (Tolentino)
Le risorse per gli interventi “ci sono già, come anche il progetto Casa Italia. C'è un grande disegno di ricostruzione", ha sottolineato Franceschini, per far sì che le aree colpite non subiscano anche la seconda ferita dello spopolamento. Le ricostruzioni riguarderanno anche le seconde case: "È già nel decreto, anche perché l'economia di quelle zone è in gran parte affidata alle seconde case".