La Francia “cancella” i bimbi Down
Sentenza eugenetica a Parigi: “Quei volti turbano le donne”. E la tv non può trasmettere lo spot in cui i bambini affetti dalla sindrome sorridono.
Uno spot televisivo, trasmesso in occasione della Giornata mondiale per le persone Down il 21 marzo di due anni fa, premiato a Cannes e diffuso anche dall’Onu, aveva fatto parlare i bambini con la sindrome cromosomica più diffusa al mondo. Pochi giorni fa un tribunale ha confermato con una sentenza la decisione del Consiglio superiore per l’audiovisivo, il massimo organismo di sorveglianza del settore in Francia, che aveva vietato il filmato perché “indirizzandosi a una futura madre, sembra avere una finalità ambigua e può non suscitare un’adesione spontanea e consensuale”.
CoorDown, il Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, aveva preparato il video per spiegare a tutte le madri in attesa come può essere la vita di una persona con sindrome di Down. Difficile, ma non impossibile. Aveva dato spazio a bambini e adulti che vivono in quella condizione e che, senza far mistero delle difficoltà che devono affrontare, hanno voluto spiegare che si può essere felici e condurre un’esistenza appagante, fatta di relazioni e di indipendenza. Il mainstream, che ha normalizzato l’aborto anche e soprattutto per i bimbi disabili, adesso vuole anche cancellare i superstiti di quella lotteria genetica. In Francia, infatti, su cento gravidanze con sindrome di Down, sono 96 quelle che attualmente vengono interrotte. Il dottor Brian Skotko, uno dei massimi esperti in America di trisomia, ha scritto un saggio chiedendosi se la sindrome di Down “sparirà”.
Uno studio del 2007 ha rivelato che il 92 per cento delle donne in Olanda ha interrotto gravidanze di bambini con sindrome di Down. In Spagna saliamo al 95 per cento di eliminazioni, tanto da spingere il direttore della Fundacion Vida, Manuel Cruz, a dire che i bambini con sindrome di Down sono “in pericolo di estinzione” nella penisola iberica. Il deputato francese Olivier Dussopt ha detto: “Quando sento che ‘purtroppo’ il 96 per cento delle gravidanze con sindrome di Down finisce con l’aborto, la vera domanda che mi faccio è perché ne rimane il quattro per cento”. Adesso deve scomparire anche quel quattro per cento. La Fondazione Jérôme Lejeune, che porta il nome del celebre medico che scoprì l’origine genetica della trisomia ventuno ma cui non fu mai perdonata la sua condanna dell’aborto e che gli costò il Premio Nobel, ha commentato che “la Francia è il paese leader nell’eliminazione dei bambini con trisomia ventuno prima della loro nascita”. La società occidentale ha inventato nel Novecento forme di “eugenetica democratica”, ha obiettato orripilata a quella nazista, e adesso si è pentita dell’obiezione. Per questo vuole espungere dagli schermi televisivi anche gli ultimi strani volti dei bimbi trisomici.