I beni culturali negati ai "teocon"
Le assurde idee di Montanari contro un bando intelligente del Mibact
Tomaso Montanari, storico dell’arte, quando non fa danni politici alla sinistra lancia alti lai per il patrimonio culturale “saccheggiato” (titolo del suo ultimo libello) dalla mala gestione liberista. Poi, su come conservarlo e chi lo debba fare, ha idee tutte sue. Spesso cozzano contro la moderna democrazia, spesso con i fatti. A volte, con tutt’e due. Ieri tuonava su Rep. per l’assegnazione in gestione da parte del Mibact (19 anni per 100 mila euro annui di canone, più restauri e manutenzione a carico) della Certosa di Trisulti, Frosinone, all’associazione Dignitatis Humanae Institute, “fondazione di carattere religioso di orientamento conservatore”. Lo scandalo, per lui, è che trattasi di associazione pro life e “teocon”. Il pluralismo culturale, evidentemente, secondo Montanari nuoce ai monumenti. Ma almeno i fatti, dovrebbe conoscerli. Dopo regolare bando, una commissione del ministero ha esaminato le offerte ricevute per l’“Avviso pubblico per l’individuazione di enti non lucrativi cui affidare la concessione in uso di 13 beni immobili del demanio culturale” e ha assegnato in concessione d’uso cinque siti ad altrettanti enti no profit. La concessione implica la conservazione, l’apertura al pubblico e la valorizzazione. Tra gli altri siti, c’è ad esempio la ex chiesa di San Barbaziano di Bologna concessa alla Aics, Associazione italiana cultura e sport di Bologna, o i resti del castello di Canossa all’Associazione culturale Matilde di Canossa. Che senza dubbio pagheranno canoni inferiori per siti con meno oneri. Il Mibact ha individuato un privato disposto a pagare, mantenere, valorizzare – e vivaddio svolgervi la propria attività – un bene culturale che altrimenti sarebbe a mal partito. Ma Montanari preferisce un’Italia in rovina, basta che non ci siano in giro “teocon”.