Olivetti e la democrazia di Casaleggio
Il cameo forzoso del ministro Bonisoli. E quello (anche peggio) del Corriere
L’iscrizione di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco – il 54esimo sito italiano nel prestigioso catalogo – è bella, senza dubbio doverosa, e di certo significativa perché dimostra (e ce n’è bisogno, in questi tempi) che non siamo soltanto il paese degli antichi romani o delle colline del prosecco (alla prossima infornata, prosit!), ma anche un paese che ha detto e sa dire qualcosa alla modernità, all’industria, alla società avanzata e aperta. Dunque, come ha ben detto il ministro dei Beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli, è “un riconoscimento che va a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti”. Andrebbe però anche detto che sentire Matteo Salvini inneggiare alla visione “di comunità” di un cosmopolita come era Olivetti, mentre disegna da Pontida i nuovi confini dell’Europa divisa, lascia perplessi, a volte il tacere è bello.
Ma ancora di più lascia perplessi che il ministro Bonisoli non si sia risparmiato, in un’occasione che meritava la citazione di tanti illustri collaboratori del sogno di Adriano, questo cameo: “In questa occasione, in questa giornata importante per Ivrea, permettetemi di dedicare un pensiero speciale a Gianroberto Casaleggio, che iniziò a lavorare proprio alla Olivetti come progettista di software e che da Adriano Olivetti mutuò quei valori fondanti dei M5s”, quasi Olivetti fosse un profeta della la democrazia internettiana e diretta.E che il Corriere della sera, questo non necessario encomio, l’abbia riportato per intero. Pubblicando anche una foto di Casaleggio, non fosse chiaro il messaggio. Quando si dice avere ministri con una visione, e giornali con la schiena dritta.
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