“Auschwitz è indicibile. Vasilij Grossman, raccontando l’esperienza del campo di concentramento nel romanzo L’inferno di Treblinka, ha scritto: ‘Nel suo inferno Dante non le vide scene come queste’”. Ha ragione il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, “ad Auschwitz si è incarnata la negazione stessa della nostra civiltà. La civiltà che ha origini ebraiche e cristiane, che ha incontrato il mondo islamico, che ha conquistato l’Illuminismo e costruito la propria convivenza sul diritto, che si è battuta contro la barbarie e la difesa della dignità umana. Auschwitz, con tutte le fabbriche della morte disseminate nello spazio europeo, rappresenta una questione fondamentale della nostra società, della nostra civiltà, della nostra cultura e ci impone degli obblighi”.
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