Il buio oltre la censura

Redazione

Grottesco eliminare “Via col vento”. Il razzismo si batte altrove

Tre anni fa il colossal cinematografico “Via col Vento” è stato cancellato dalla programmazione di un cinema di Memphis, in Tennessee. “Razzialmente insensibile”, l’accusa, e per questo la sua visione è stata cancellata. Adesso è la Hbo Max a rimuovere il film del 1939 dopo le proteste per la morte di George Floyd. Un portavoce lo ha dichiarato a Variety, spiegando che si tratta “di un prodotto del suo tempo e raffigura alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, sono stati all’ordine del giorno nella società americana. Queste rappresentazioni razziste erano sbagliate allora e lo sono oggi e abbiamo ritenuto che mantenere questo titolo senza una spiegazione e una denuncia di quelle rappresentazioni sarebbe irresponsabile”. E’ un venticello antirazzista, questo che se la prende addirittura con le pellicole. E con i libri. Come il grande romanzo di Harper Lee, “Il buio oltre la siepe”, che racconta di un avvocato gentiluomo che crede nell’uguaglianza e che difende un ragazzo nero innocente nell’Alabama della segregazione razziale. Il consiglio scolastico dell’Ontario, in Canada, e poi quelli dell’americana Virginia e altrove, ha deciso che Harper Lee dovesse essere letta e insegnata solo attraverso una “lente anti oppressione”. Il problema è che Harper Lee era bianca, come è bianco Atticus Finch e le vere vittime nere del razzismo appaiono tali soltanto grazie al loro “salvatore bianco”.

 

Siamo alla trasformazione in farsa molesta di una battaglia benemerita, quella per migliorare la condizione delle minoranze. Attraverso leggi giuste, maggiore accesso all’istruzione, crescita delle opportunità economiche, e non con il vittimismo e non certo tramite atteggiamenti censori che non sono altro che una gigantesca forma di virtue signalling, ovvero di esibizionismo virtuoso. Se un secolo fa ci fosse stata questa mentalità puritana, e non una tesa a lenire le ferite razziali, non avremmo avuto niente, dai romanzi di William Styron a “Le avventure di Huckleberry Finn” di Mark Twain. Non avremmo avuto niente.

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