Editoriali
Sangiuliano versione Franceschini: il bonus cinema come la "Netflix della cultura"
Il fondo da 10 milioni promesso dal ministro ricorda le imprese del predecessore, purtroppo
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha promesso 10 milioni di euro per “riportare gli italiani al cinema”. In pratica, “chi prenoterà con lo Spid otterrà uno sconto di 3 o 4 euro per gli ingressi”. Partiamo dai numeri. Nel 2021, annus horribilis dei cinema, i botteghini hanno incassato circa 169 milioni di euro, derivanti dalla vendita di poco meno di 25 milioni di biglietti. Rispetto alla media del triennio 2017-2019 si tratta di un crollo di oltre il 70 per cento. Se si corregge il confronto escludendo i periodi di chiusura obbligatoria per Covid, il calo è “solo” del 53-55 per cento. Questo può dipendere sia dalle restrizioni al numero di presenze in sala, sia dall’esitazione delle persone che, per molto tempo, hanno evitato luoghi affollati anche al di là dei divieti. Tuttavia, sarebbe ingenuo ignorare una componente più profonda e strutturale: oggi l’intera produzione di film e serie tv è disponibile on demand e la resa delle televisioni è incredibilmente migliore rispetto al passato.
Dieci milioni possono fare poca differenza: dando per buoni i “3-4 euro di sconto” di cui ha parlato Sangiuliano, ne beneficerebbero appena 2,5-3 milioni di biglietti, grosso modo un decimo del pur bassissimo livello del 2021. In pratica lo sconto durerebbe un paio di mesi. Probabilmente, ne usufruirebbe chi sarebbe comunque andato al cinema: è del tutto irrealistico pensare che un risparmio di pochi euro possa avvicinare alle sale chi, altrimenti, se ne sarebbe tenuto a distanza. Se così fosse, i dieci milioni andrebbero ad aggiungersi alle già tante spese a pioggia sgorgate in questi anni dal Mibact, con riprese mediatiche inversamente proporzionali agli effetti concreti sull’economia. Curiosamente, oltre che nello spirito, l’iniziativa di Sangiuliano ricorda quelle del suo predecessore anche nella dimensione: dieci milioni di euro sono lo stesso stanziamento con cui venne lanciata “ITsART”, la supposta “Netflix della cultura italiana” (ricordate?). Dario Franceschini, esci da questo corpo!