editoriali
Qualcuno vuole incendiare il Museo Egizio di Torino?
Il solito allarme preventivo sul nulla per la nomina del successore di Christillin all'istituzione culturale torinese
Sono sempre stimolanti da analizzare (li si dovrebbe sdraiare sul lettino da psicoanalisi) gli allarmi culturali preventivi. Torino è in questo città speciale, soprattutto da quando ci sono “le destre”, e la Stampa titolava ieri un grintoso “La rivolta degli egittologi”, che fa il paio per il gran polverone sollevato per nulla un anno fa, quando dopo le sparate insulse del leghista Andrea Crippa contro il direttore del Museo Egizio Christian Greco sembrava di essere alla infame cacciata dell’ottimo direttore. Toccò spiegare che la nomina del direttore dell’Egizio non dipende dal ministero, ma dalla presidente della Fondazione del Museo delle Antichità Egizie, Evelina Christillin. Greco rimarrà al suo posto fino giugno 2025, il ministro Sangiuliano ha sempre espresso stima, ma appunto non è sua competenza. Ora per l’allarme è la volta della presidente della Fondazione, Christillin appunto, in scadenza di terzo mandato (rinnovabile) a novembre 2024. Nessuno, al Collegio Romano, ha per ora toccato palla, c’è solo il noto brocardo di Gennaro Sangiuliano sul non-diritto ereditario delle cariche, ma la bella società culturale torinese ha già raccolto oltre 350 firme per un appello intitolato “Scendiamo in campo in difesa del museo”. Per chiedere la conferma di Christillin, ovviamente ottima nel suo lavoro, almeno finché non saranno conclusi i lavori per il Bicenterario.
Tutto bene, se non che fino ad or non è accaduto nulla che giustifichi titoli da spy story come “Sangiuliano è pronto a disfare la coppia più bella del mondo museale italiano”, cioè a cacciare la presidente per prepararsi l’anno dopo al colpo contro Greco. Non è detto che il direttore Greco vada poi così fiero della dizione “coppia più bella del mondo”, un po’ sminuente per uno dei migliori direttori di museo a livello internazionale. Ma è anche più bizzarro che si paventi una sorta di incendio della Biblioteca di Alessandria quando fra i nomi-ballon d’essai che circolano per il dopo Christillin figura addirittura un pezzo da novanta mondiale come l’archeologo egiziano Zahi Hawass.