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Per l'Istat l'economia italiana è in lenta crescita da tre anni. Ma è scesa la produzione industriale

Redazione

Rivisto in rialzo il pil del 2014. Ma tra il 2007 e il 2016 sono crollati di oltre cinque punti gli investimenti. Renzi: "La strada è molto lunga"

L'Istat rivede al ribasso le stime del pil, che nel 2015 è cresciuto dello 0,7 per cento e non dello 0,8 per cento come precedentemente previsto a marzo. In sede di consuntivo, però, l'istituto di statistica ha alzato la stima di crescita per il 2014: il pil in volume è cresciuto dello 0,1 per cento, con una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali rispetto alla diminuzione di 0,3 punti percentuali stimata a marzo. E' stato invece confermato il dato sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al pil che si attesta nel 2015 al meno 2,6 per cento (meno 3 per cento nel 2014), con un valore invariato rispetto
alla stima pubblicata a marzo. Invece, è stato rivisto al ribasso, sulla base dei dati della Banca d'Italia, la stima del rapporto debito/pil al 132,2 per cento nel 2015 dal 131,8 per cento del 2014. Ad aprile l'Istat nei dati trasmessi alla Commissione europea indicava una stima del 132,7 per cento.

 

"La strada è ancora davvero molto lunga eppure ce la possiamo fare", ha commentato il premier,
Matteo Renzi, durante l'inaugurazione del nuovo museo della Ducati a Bologna. "Come Paese - ha concluso Renzi - potremo ingranare la marcia giusta se tutti insieme andiamo nella stessa direzione. Smettiamola con le polemiche politiche su cose che non servono". Il governo giudica positivamente questi dati: "La revisione del pil per il 2014 effettuata dall'Istat dimostra che il paese sta crescendo da tre anni ininterrottamente", sottolineano all'Agi fonti del ministero dell'Economia aggiungendo che "il primo anno di segno 'più' coincide con l'insediamento del governo Renzi". Evidentemente, proseguono le stesse fonti, "le politiche economiche avviate dal governo vanno nella giusta direzione e devono essere proseguite. Il risultato del 2014 induce a ritenere che le misure di sostegno alla domanda  hanno avuto effetti già dal primo anno. Il ritmo della ripresa non è ancora soddisfacente e bisogna proseguire lungo questa strada per intensificarlo".

 

E oggi, da uno studio dell'Unctad, la Conferenza dell'Onu su commercio e sviluppo relativo all'andamento dell'economia mondiale, è emerso inoltre che gli investimenti in Italia dal 2007 al 2016 sono crollati di oltre cinque punti. Nel primo trimestre 2007 in Italia si fecero investimenti pari al 22 per cento del pil. Nel primo trimestre 2016 gli investimenti sono stati pari al 16,5 per cento del pil. Il crollo è più marcato dal 2011 in poi: nel primo trimestre 2007 gli investimenti furono pari al 22 per cento del pil, nel primo trimestre 2008 al 21,5 per cento, nel primo trimestre 2009 al 20 per cento, nel primo trimestre 2010 al 20 per cento, nel primo trimestre 2011 al 19,5 per cento, nel primo trimestre 2012 al 18,5 per cento, nel terzo trimestre 2012 al 18 per cento, nel primo trimestre 2013 al 17,5 per cento, nel terzo trimestre 2013 al 17 per cento, dal primo trimestre 2014 al primo trimestre 2016 la quota di investimenti si è stabilizzata intorno al 16,5 per cento del pil.