L'Italia torna a crescere demograficamente
Record di 170 mila migranti arrivati nel 2016. A quale prezzo?
Forse siamo stati distratti, anche giustamente, dalla campagna referendaria. Forse lo danno come un fenomeno scontato, naturale oltre che giusto. Ma c’è un numero, diffuso alcuni giorni fa dal Viminale, di cui nessuno parla più. Nel 2016 sono arrivati in Italia 168.542 migranti e si profila come l’anno record per il numero degli arrivi. Finora è stato registrato il 17,28 per cento di arrivi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e il 4,41 per cento rispetto allo stesso periodo di due anni fa. Siamo a un passo dal raggiungimento (e probabile superamento) di quel 170.100 che ha fatto del 2014 l’anno record per gli sbarchi in Italia. E l’Unione europea se ne disinteressa altamente, visto che Bruxelles avrebbe dovuto sgravare l’Italia attraverso 40 mila ricollocamenti, ma in realtà ne ha smistati la miseria di 1.318. Soltanto questi sono siriani, mentre gli altri sono semplici migranti economici, che non hanno alcun diritto a ottenere la protezione internazionale.
L’immigrazione sta intanto già sopperendo al drammatico calo demografico dell’Italia e non solo. Secondo le proiezioni demografiche effettuate da Eurostat nel 2013, senza i migranti, la popolazione europea si ridurrebbe da 507,3 milioni nel 2015 a 399 milioni nel 2080. Paese per paese, le cifre sembrano ancora più terrificanti. Entro il 2080, la Germania passerebbe da 80 milioni di persone a cinquanta milioni. La Spagna da 46,4 milioni scenderebbe a trenta milioni. In Italia si passerebbe da sessanta milioni a 39 milioni. L’immigrazione di massa, non solo incontrollata ma neppure criticabile in quanto tabù ideologico, ci consentirà forse di sopravvivere demograficamente. Ma a che prezzo?
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