I numeri dei migranti e dei rom nella Capitale
Il sindaco Raggi ha parlato di “emergenza” a Roma. La prefettura dice di no. Qualche cifra, per chiarirsi le idee
I migranti a Roma sono responsabili di una “pressione che non permette di andare avanti”, ha scritto sulla sua pagina Facebook lo scorso 13 giugno la sindaca Virginia Raggi, che ha parlato di un’ “emergenza”, spesso causa di “tensioni sociali”, che rende “impossibile, oltre che rischioso, pensare di creare ulteriori strutture di accoglienza” nella capitale. Nei giorni seguenti Raggi ha un po’ modificato la sua posizione, pur senza smentirsi: “L’accoglienza dei più fragili è un dovere morale che deve tuttavia essere attuato con regole precise e in maniera controllata. Solo in questo modo sarà possibile tutelare seriamente chi ne ha diritto senza creare scontri sociali”. La risposta della prefettura alla sindaca è stata che a Roma non c’è nessuna emergenza migranti. Dello stesso avviso la Croce Rossa.
Secondo la prefettura la capitale accoglierebbe circa duemila migranti in meno del previsto, circa novemila anziché undicimila. Così distribuiti: 5.581 rifugiati nei centri di accoglienza e altri 3.028 negli alloggi dello Sprar. Sempre e comunque meno di Milano e della Lombardia che accoglie come regione il 13 per cento dei migranti del paese contro il 9 per cento del Lazio. La percezione di una invasione è probabilmente dovuta all’incapacità di gestire ordinatamente, nella città, flussi migratori che sono più bassi persino della media europea.
I Rom in città
Sono sette i campi autorizzati a Roma (Castel Romano, Candoni, Salone e La Barbuta i più grandi) , diversi quelli tollerati e molti – non censiti – quelli del tutto abusivi o spontanei, per un totale di circa 9.000 persone ospitate. Sono invece circa 7.000 i rom italiani di antico insediamento che vivono nelle case e non hanno nessun contatto con le roulotte. In termini più generali, la popolazione romanì in Italia è di circa 180.000 persone. In totale sono 50.000 i rom italiani di antico insediamento, 50.000 i sinti di antico insediamento, 3.000 i rom harvati italianizzati, 37.000 i rom rumeni (comunitari) di recentissima immigrazione, 35.000 i rom della ex Jugoslavia di recente immigrazione (a partire dagli anni Settanta), circa 3000 i rom bulgari, slovacchi, polacchi. Nel complesso, in Italia, esistono 149 campi nomadi autorizzati in 88 comuni.
Per quanto riguarda i campi nella città di Roma si tratta di bidonville costosissime: nel 2015 il comune ha speso 20 milioni di euro, un piatto ricco in cui si era ficcata anche la cosiddetta Mafia Capitale. I campi cominciarono a sorgere intorno agli anni Novanta, con le prime ondate di rom provenienti dalla Yugoslavia in via di disgregazione e dai paesi ex comunisti. Nell’Urbe la politica dei campi ha attraversato amministrazioni e colori politici, da Rutelli alla Raggi. Ma fu durante la giunta Alemanno che i rom furono spostati fuori dal GRA e l’emarginazione, e l’assenza di controlli, si accentuarono.
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