Eppur l'azienda si muove
L’Italia sta uscendo da una guerra durata sette anni”, ha detto il direttore generale di Banca d’Italia, Salvatore Rossi, solitamente misurato nelle parole. Descrive un paese in cui “capannoni, uffici, posti di lavoro possono vaporizzarsi con il click di un mouse”. “Produciamo quasi un decimo in meno – ha detto Rossi – L’industria ha subìto una contrazione del 17 per cento, le costruzioni di oltre il 30 e sono stati distrutti all’incirca un milione di posti di lavoro”. Ma oggi ci sono i “presupposti” per una ripartenza da incoraggiare in quanto “timorosa” e soprattutto prevalentemente guidata da fattori esogeni. Tuttavia un inizio positivo d’anno si vede nel mercato del lavoro. Nei giorni scorsi, la Fondazione consulenti del lavoro, sulla base di dati Inps dal sen fuggiti, ha stimato che da gennaio a febbraio sono state assunte 275 mila persone a tempo indeterminato e che il mese scorso 76 mila datori di lavoro hanno fatto domanda all’Inps per ottenere la decontribuzione per assumere o rendere stabili uno o più lavoratori.
E’ l’effetto degli sgravi triennali per i nuovi assunti decisi con la legge di stabilità 2015. Ci sono mille sfumature in questi numeri – l’anno precedente fu nero, i numeri assoluti paiono notevoli; si nota un boom perché le imprese hanno forse ritardato a inizio anno assunzioni già programmate da prima in attesa degli sgravi; ci sono sia stabilizzati sia nuovi ingressi – ma certo si evidenzia una nuova postura delle imprese verso i dipendenti. Un inizio positivo, da incoraggiare per vedere un aumento tangibile degli occupati. Un consiglio: la revisione della spesa sembra dispersa, ma le tasse restano un grave residuo bellico da smaltire.