Benvenuti al gran ballo delle fusioni
Ben prima di avere effetti sulla crescita, i fattori esterni (QE, euro debole, petrolio calante) stanno rivoluzionando il panorama delle grandi multinazionali estere in un grande gioco di fusioni e accordi tra rivali. Il dimezzamento del prezzo del petrolio è stato provvidenziale per spingere l’anglo-olandese Shell a lanciare l’acquisizione di Bg (British gas) realizzando la più grande fusione nel settore (operazione da 64 miliardi di euro) da un decennio che darà vita all’azienda più capitalizzata del listino britannico, capace di accorciare il gap con l’americana Exxon (che a sua volta corteggia Bp, aspettatevi altri mega-merger).
Il dollaro forte rispetto all’euro e l’afflato di ripresa sull’Eurozona hanno spinto FedEx a lanciare un’offerta d’acquisto su Tnt Express. Se l’Antitrust comunitaria non opporrà vincoli, insieme avranno il 17 per cento del mercato delle spedizioni europeo; un’insidia anche per Amazon. Questi i casi offerti dalla cronaca, ma i precedenti non mancano (vedi Kraft-Heinz) per dichiarare aperta la stagione dei grandi deal globali da affrontare – avvertenza per l’Italia – senza i soliti complessi.