Con dei liberali così, non serve Podemos
Il Tribunale di Milano ha disposto il blocco di UberPop su tutto il territorio nazionale, accogliendo il ricorso dei sindacati dei taxi che accusavano di “concorrenza sleale” l’app che permette di condividere il viaggio con un normale autista. La storica guerra tra il disruptor Uber e i tassisti che cercano di tutelare rendita di posizione e gli investimenti viene così risolta dalla magistratura che ancora una volta supplisce all’incapacità della politica di prendere decisioni. Nonostante l’esplicito invito dell’Antitrust a “eliminare le distorsioni concorrenziali” nel settore visto l’affermarsi “dell’innovazione tecnologica” che migliora l’offerta sia “in termini di qualità che di prezzi”, il governo Renzi ha tenuto fuori dal ddl sulla concorrenza la liberalizzazione dei taxi in nome di un patto tacito che scongiurasse blocchi e scioperi selvaggi durante l’Expo. Nonostante gli apprezzamenti verbali nei confronti di Uber, Matteo Renzi ha scelto di non scontrarsi con i tassisti.
Ma in questa situazione il centrodestra e i cosiddetti liberali che fine hanno fatto? Marterdì non si è sollevata una parola favorevole alla liberalizzazione, alla libertà d’impresa, al diritto di godere dei frutti del proprio lavoro, nessun elogio della distruzione creatrice del libero mercato, nessuna presa di posizione contro una malsana idea di concorrenza secondo cui è “sleale” offrire servizi diversi a prezzi diversi. Niente rivoluzione liberale. Viva i pensionati (di oggi, mica quelli di domani), viva le corporazioni.
Ci si chiede come mai in Italia la sinistra radicale non abbia sfondato come nel resto d’Europa. Ma con dei liberali così a che servono Syriza e Podemos?