Altri attestati di affidabilità per la Spagna di Rajoy
Roma. "Viva Espana!", era il titolo del tabloid inglese Daily Mail di qualche settimana fa, il giornale più letto al mondo sul suo sito web inglese. Un'espressione festosa, riconoscono i quotidiani spagnoli, che dimostra un certo entusiasmo verso i successi spagnoli da parte dei commentatori inglesi che riescono ad articolare una riflessione circa l'europeismo e la governance dell'euro meglio della classe media conservatrice del Regno Unito, penetrabile alla xenofobia e all'antieuropeismo.
Non senza forzature, il Mail arriva a elogiare gli spagnoli in virtù del fatto che stanno approfittando delle disgrazie causate dalla cancelliera Angela Merkel al premier greco Alexis Tsipras e della piaga del terrorismo islamico in Tunisia. Migliaia di britannici avevano pensato di andare in vacanza sulle isole greche o sulle coste tunisine, prima del blocco dei bancomat ellenici e prima dell'attentato sulla spiaggia di Sousse (5 su 37 morti erano cittadini inglesi). Poi hanno scelto la "siesta" spagnola.
Non solo il numero di voli e di visitatori del Regno Unito è aumentato quest'anno rispetto al 2014, ma anche i soldi spesi dai visitatori. I tour operator confermano il cambio di destinazione dei clienti dapprima diretti verso i più turbolenti paesi del mediterraneo e poi "dirottati" in Spagna. "Chiaramente, la forza della sterlina e la relativa sicurezza offerta dalla Spagna è incoraggiante", ha detto l'ambasciatore britannico Simon Manley al quotidiano El Pais giovedì. Manley ha aggiunto che la vendita di case spagnole era aumentata nel 2015, consolidando un fenomeno radicato: la Spagna non è solo il paese straniero più visitato dagli inglesi, ma di gran lunga quello più interessante per loro dal punto di vista immobiliare.
E' un'altra medaglia per il premier spagnolo Mariano Rajoy quella ricevuta da oltremanica che si aggiunge ai risultati economici in miglioramento, come confermato da un'analisi pubblicata da El Pais di cui dà notizia l'agenzia Nova nei seguenti termini. Un gruppo di nove esperti in economia, politica estera, politica sociale, questione catalana, valutano sul quotidiano Pais, la gestione del premier Rajoy durante il suo mandato quadriennale ormai giunto al termine. Dal punto di vista economico, Rafael Pampillon, professore alla Ie Business School e dell'Università San Pablo-Ceu, ritiene che negli ultimi due anni di questa legislatura "i principali squilibri sono stati corretti": il deficit pubblico che aveva raggiunto il 10 per cento del pil, questo 2015 sarà pari al 4,4 per cento.
[**Video_box_2**]L'economia ha registrato due anni di crescita e attualmente lo fa a un tasso del 3,1 per cento annuo. L'economista Josè Carlos Diez, professore dell'Università di Alcalà, sottolinea che "i prestiti alle imprese e alle famiglie dal 2011 è sceso di 300 miliardi di euro", il "più grande calo dal regno di Isabella la Cattolica". Inoltre, dice Diez, il debito pubblico ha superato la cifra psicologica dei mille miliardi di euro e Rajoy ha speso 300 milioni di euro in più rispetto a quanto è entrato nelle casse dello Stato. Per questo il suo "voto alla gestione è tre su dieci".
In merito alla questione catalana, il direttore del Centro di studi politici e costituzionali, Benigno Pendas, ritiene sia importante il fatto che il governo esiga il rispetto della legge spagnola da parte dell'esecutivo catalano guidato da Artur Mas. Tuttavia, sostiene, "non bisogna mai chiudersi al dibattito e alle trattative". Di tutt'altra opinione è invece Francisco Rubio Llorente, ex vicepresidente del Consiglio costituzionale ed ex presidente del Tribunale di stato: "La legislatura di Rajoy non ha contribuito a migliorare il problema della Catalogna. Il premier avrebbe dovuto essere più attivo e reattivo".