Confindustria sud, ufficio reclami
In un suo intervento sul Sole 24 Ore dell’11 agosto, commentando l’annuncio dato da Renzi di un “masterplan” per il rilancio del sud, Alessandro Laterza, vicepresidente della Confindustria con delega al Mezzogiorno e alle politiche di coesione, ha sottolineato l’importanza del messaggio del premier e si è detto fiducioso che quel “master plan”, o piano d’azione, conterrà misure a lungo attese dalle imprese meridionali. Laterza s’è ben guardato dal presentare i problemi che ha nel Mezzogiorno la sua stessa organizzazione, la cui complessiva debolezza quantitativa e qualitativa rappresenta un problema, e non dei minori, dell’Italia meridionale. Per non parlare del fatto che la Confindustria del sud conta poco a livello nazionale – è decisivo il peso contributivo delle maggiori associazioni del centro-nord e di quelle associazioni che contribuiscono “cash” a fare funzionare le strutture periferiche e, per trasferimenti pro quota dal basso verso l’alto, della struttura romana.
Nulla di personale, Laterza. Ma visto che l’attività della commissione Mezzogiorno di Confindustria non pare così incisiva – non si sono registrate particolari iniziative di accompagnamento di delegazioni locali sui mercati esteri o simili – l’attendismo a mani giunte tipico della liturgica confindustriale o la produzione letteraria fine a se stessa è quello che non vorremmo vedere alla vigilia della riunione del Consiglio Generale dell’Associazione il 24 settembre a Taranto in difesa dell’Ilva dalla pervicacia ostativa dell’autorità giudiziaria. Meglio unirsi propositivamente al piano d’azione governativo. O per dirla in altro modo #menochiacchiere.