Le turbine del Drago passano da Genova
L’Antitrust europeo ha avallato l’acquisizione della francese Alstom da parte di General Electric (Ge) a patto che il colosso transatlantico nato dalla fusione ceda tecnologia per turbine a gas ad Ansaldo Energia. Il comandamento risponde alla logica della zarina dell’Antitrust, Margrethe Vestager: per impedire che gli americani dominino il mercato, vanno favoriti i campioni europei. Il problema è che i favoriti sarebbero anche i cinesi di Shanghai Electric (Se) che possiedono il 40 per cento di Ansaldo e siedono in cda. Per incontrare le richieste e arrivare alla fusione, a fronte di uno sconto sul prezzo d’acquisto, Ge ha accordato la cessione di due modelli di turbine (compresi gli upgrade raggiunti e il know-how per i successivi), l’uso di ingegneri Alstom per svilupparle, e due impianti di testing in Svizzera.
L’interposizione di Bruxelles in una trattativa tra privati non implica un accordo tra Ansaldo e Ge, la firma tra le parti sarà necessaria. Lo stabilimento Alstom che produce le turbine è in Germania e la fabbricazione, in caso, verrebbe trasferita a Genova, base di Ansaldo. Ansaldo riceverebbe una tecnologia analoga a quella che sta sviluppando con la coreana Doosan, che da sola sostiene l’investimento in ricerca, ma che sarà fruibile solo tra 5 anni. Un balzo tecnologico con controindicazioni: a fare il “salto” sarebbe, indirettamente, Se che otterrebbe la capacità di fabbricare, sia in Europa sia in Cina, turbine a gas per produrre energia elettrica. Se Bruxelles avesse bloccato la fusione avrebbe favorito i cinesi, principali concorrenti del blocco franco-americano. Con simili imposizioni assicura la vasta alleanza Ge-Alstom, ma aggiunge un costo ulteriore in termini strategici.