Christine Lagarde con Janet Yellen (foto LaPresse)

Se i banchieri restano senza parole

Redazione
L’ermetica Yellen spinge i mercati a testare la credibilità della Fed. Secondo Stanley Fischer, che della Fed è vicepresidente, i tassi vanno rialzati per stimolare la crescita.

Il presidente della Fed Janet Yellen tace. In suo luogo parlano gli interpreti. Secondo Larry Summers, guru di Harvard, la Fed non deve rialzare i tassi. Secondo Stanley Fischer, che della Fed è vicepresidente, i tassi vanno rialzati per stimolare la crescita. Il pil reale degli Stati Uniti sta andando piuttosto bene, lo mostrano i dati del secondo trimestre. Ma il tasso di occupazione è inferiore a quello pre-crisi. Una parte della forza lavoro si è ritirata dal mercato. Il Qe non riesce a fare salire il tasso di aumento dei prezzi, dando la sensazione di offerta in eccesso sulla domanda.

 

Per Ken Rogoff, specialista di storia fiscale e monetaria, il Qe ha avuto un effetto sull’economia scarso e decrescente. I mercati finanziari non sembrano più influenzati dalle dichiarazioni della Fed o della Bce su ciò che intendono fare. La dichiarazione di Draghi che la Bce ha deciso di prorogare il Qe ha avuto un effetto positivo solo per una seduta. Le Borse ondeggiano in relazione a notizie macroeconomiche. Non è che gli annunci non contino più. Il trading finanziario, rapidissimo, ne è ancora influenzato. L’annuncio del governo di Pechino riguardante la sua decisione (non della Banca centrale cinese) di comprare titoli per sostenere la Borsa conta. Ci sono due spiegazioni. La prima è che gli annunci abbiano una utilità decrescente. Quelli delle Banche centrali e dei loro aruspici sono oramai inflazionati. Perfino i silenzi corrispondono a getti di fumo: possono significare tutto e il suo contrario. Ma c’è l’altra spiegazione: le Banche centrali hanno una capacità inferiore a prima di influenzare la finanza. Yellen chiede un atto di fede.

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