I pm scendono in campo, è ufficiale
La procura di Roma congela per alcuni giorni il fascicolo sui rimborsi spese sostenuti dal sindaco Marino con la carta di credito dell’amministrazione comunale. In un vertice a piazzale Clodio il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Francesco Caporale e il pm Roberto Felici hanno ritenuto più opportuno attendere gli sviluppi della vicenda politica prima di intervenire. “Solo dalla prossima settimana l’attività istruttoria entrerà nel vivo…”. Una velina in grande stile, quella diramata l’8 ottobre, a 24 ore dall’annuncio di dimissioni (ratificate ieri) di Ignazio Marino.
Che i pm motivino “politicamente” di congelare fascicoli è a dir poco irrituale, anzi assai innovativo per questo paese. D’altra parte – ma sarà solo una coincidenza, no? – Pignatone è lo stesso che nel novembre 2014 scelse la conferenza del Pd al teatro Quirino per dire: “A Roma c’è il rischio di un accordo tra mafia e altro, di un patto che non si basa sulla paura ma sulla reciproca convenienza”. Anticipando al partito che governava il Campidoglio l’inchiesta Mafia Capitale, e indirettamente contribuendo all’immagine del sindaco “incapace ma onesto” sulla quale Marino ha campato e si sta costruendo un futuro alla Di Pietro e alla De Magistris: “Ha osato sfidare la mafia” plaude, per dire, da Parigi Anne Hidalgo, sindaca gauchiste.
Poi però la procura ha collaborato con Pd e governo nel “commissariamento selettivo” – solo il municipio di Ostia – per assenza della mafia vera. Ora ecco il fascicolo che entra e esce dal freezer. E con quello il Marino sospeso tra baluardo antimafia a ladruncolo di scontrini. Mica male come magistratura che non fa politica.