Ascoltare Merkel sulle risorse alla Polizia
Un assistente capo della Polizia e dirigente del sindacato Sap è stato sospeso per aver mostrato a “Ballarò” del 24 novembre armi, caschi e giubbotti antiproiettile in disuso da anni e in pessimo stato, presentandoli come dotazioni attuali e protestando per le forze dell’ordine “mandate allo sbaraglio”, con relativa richiesta di denaro pubblico. L’episodio va al di là del “pacco” rifilato al talk-show, anche se sull’accuratezza, se non sull’obiettività della trasmissione ci sarebbe molto da dire: i curatori non potevano accorgersi che la pistola mitragliatrice risaliva addirittura al 1978? Oppure lo status sindacale è di per sé garanzia di verità? Un parere terzo non sarebbe stato opportuno, tanto più visto l’argomento e i tempi? O magari la fonte è un habitué, come molti sindacalisti della scuola, dei trasporti e delle case occupate? Ma il punto vero è un altro.
Strumentalizzare la questione sicurezza e la tensione per l’ordine pubblico per avanzare e avallare richieste – ingiustificate, ovviamente – di soldi allo stato e sfondamenti del deficit è un delitto. Ma il peggio è se i politici e il governo rispondono positivamente a tali richieste, evidentemente in cerca di consensi. Per questo non ci ha convinto la fulmineità con la quale Palazzo Chigi e Viminale, subito dopo l’attacco di Parigi, hanno annunciato l’utilizzo della cosiddetta clausola di flessibilità europea per la sicurezza, mentre cercano di sfruttare tutte le altre emergenze di questo tipo, migranti in testa. Date retta alla Merkel e blindate quel bilancio.