Il petrolio affossa le borse europee, le banche quella italiana
La fine delle sanzioni all'Iran hanno destabilizzato i mercati europei e fatto crollare ancora il prezzo del petrolio, ora sceso sotto i 30 dollari a barile. La normalizzazione dei rapporti internazionali permetterà infatti a Teheran di tornare immettere in commercio altri barili di greggio in un mercato già saturo, rischiando in questo modo di alimentare ancor di più quell'eccesso di offerta determinato dalla politica dell'Opec, il cartello dei paesi produttori in balìa dei sauditi, che ha preferito difendere le sue quote di mercato a danno dei produttori americani di shale gas e tight oli, due tipi di idrocarburi non convenzionali estratti dalle rocce profonde mediante la tecnica del fracking.
Un'incertezza che ha ieri fatto precipitare il valore dei listini mediorientali: Dubai ha chiuso con il meno 4,6 per cento, Abu Dhabi con il meno 4,2, in Qatar si è toccato il meno 7,2 per cento e in Arabia Saudita il meno 5,4, portando così la Borsa saudita a un meno 20 per cento da inizio anno.
Ma più che il prezzo del petrolio a determinare il crollo di Piazza Affari è stato il settore bancario. A preoccupare sono i nuovi rafforzamenti patrimoniali necessari per far fronte alle potenziali perdite legate alle sofferenze delle banche italiane e il generale clima di sfiducia nel settore generato dall'intervento di risoluzione su quattro banche regionali in forza del quale gli obbligazionisti subordinati hanno subito perdite. Molti titoli di istituti quotati sul Ftse Mib sono stati sospesi in asta di volatilità quando segnavano perdite molto consistenti: Mps perdeva il 12,9 per cento, Bper l'8,9, Ubi l'8,5. Questi titoli rimarranno sospesi. Banco Popolare, giù del 5,3 per cento, Bpm meno 4,8 e Intesa Sanpaolo meno 4 sono invece rientrati in negoziazione ma continuano a segnare perdite consistenti.
La flessione dei titoli bancari ha fatto scivolare il Ftse Mib del 2,2 per cento a 18.766 punti. Al momento Milano è la piazza peggiore d'Europa. Perdono anche Parigi (meno 0,3 per cento) e Francoforte (meno 0,1). Madrid scende dello 0,6 per cento, mentre Lisbona di oltre due punti percentuali.