Infine una verità su Fornero ed esodati
Ci sono voluti cinque anni per dirlo: così si spolpa una riforma. "Le successive salvaguardie hanno progressivamente incluso categorie di esodati del tutto nuove".
Ci sono voluti cinque anni, ma finalmente qualcuno l’ha detto. Con il lessico posato che si addice al nuovo Ufficio parlamentare di bilancio, certo, ma con toni soavemente definitivi sui ritocchi avvenuti negli anni sulla legge Fornero sulle pensioni: “I primi interventi di salvaguardia (degli esodati, ndr) potevano apparire come necessari perfezionamenti di una riforma adottata in via d’urgenza per fronteggiare una situazione di emergenza economica”. Poi però “le successive salvaguardie, che non solo hanno preso più laschi i requisiti richiesti per accedere agli esoneri per le categorie inizialmente previste ma hanno progressivamente incluso categorie di esodati del tutto nuove, hanno invece rivelato incertezza nel definire chi considerare meritevole di tutela e difficoltà nel reperire dati affidabili per perimetrare le platee dei possibili beneficiari”.
Sette interventi pro esodati si sono succeduti dopo la sacrosanta riforma del governo Monti, mentre il significato del termine “esodati” veniva stravolto populisticamente da sindacati (Cgil in prima linea) e da parlamentari di ogni colore politico. I media hanno fatto la loro parte nel confondere le acque, amplificando tragedie private e attribuendole sommariamente a un testo di legge. Così, per “esodato”, si è iniziato a intendere qualcunque italiano over 55 senza lavoro per il quale l’età pensionabile si fosse allontanata nel tempo in virtù della legge Fornero. Bella truffa ideologica. E pure contabile, si scopre ora, visto che secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio queste “salvaguardie” ci costeranno 11,4 miliardi di euro in più in 10 anni, mandando in fumo il 13 per cento dei risparmi previsti dalla riforma più radicale dell’ultimo lustro.