Vegetariani coi soldi degli altri, anche no

Redazione
Sta facendo notizia in giro per il mondo il fatto che l’Italia stia discutendo e approvando un disegno di legge per la lotta agli sprechi alimentari e farmaceutici. Oltreoceano questa è una battaglia culturale che vede da anni impegnata Michelle Obama, nel suo ruolo di prima mamma d’America.

Sta girando per il mondo la notizia che l’Italia stia discutendo e approvando un disegno di legge per la lotta agli sprechi alimentari e farmaceutici. Oltreoceano questa è una battaglia culturale che vede da anni impegnata Michelle Obama, nel suo ruolo di prima mamma d’America. In Europa e in Italia, dove pure sprechiamo meno che negli Stati Uniti, la questione ha preso negli ultimi decenni la forma di leggi e regolamenti dalla dubbia efficacia (i regolamenti Ue sulla sicurezza alimentare, la legge italiana del Buon Samaritano del 2003, la legislazione francese): provvedimenti che forse servono più a lavarsi la coscienza che a risolvere concretamente le storture della società opulenta. Questa volta sarà diverso? Ce lo auguriamo, assicurare sconti fiscali a ristoranti e negozi che regalano cibo in eccesso non farà certo male a nessuno. Negli ultimi anni, in realtà, la crisi ha permesso quello che nessuna legge ha mai potuto: nei supermercati italiani non aveva mai attecchito l’abitudine, diffusa da tempo altrove, di scontare i prodotti nell’imminenza della loro data di scadenza; da qualche anno è consuetudine, le grandi catene ne fanno anche un fiore all’occhiello nelle loro strategie di marketing.

 

Diciamolo con franchezza: il recupero delle buone abitudini sparagnine delle nostre nonne fa bene ed efficientizza l’allocazione delle risorse familiari, ma non innamoriamoci del potere taumaturgico della regolazione e delle gride manzoniane. Come segnalato dall’agenzia Public Policy, alla Camera stava per essere approvato un emendamento del Movimento 5 Stelle al ddl Sprechi per destinare 3 milioni di euro per l’educazione vegetariana “in considerazione dei forti impatti sulle risorse naturali connessi al consumo di carne”. L’equazione era forse “carne sbagliato, verdura buono”? Mangiare tanta frutta e tanta verdura fa bene, anzi benissimo: ricordiamolo ai bambini ogni giorno, ma Dio ci salvi da campagne di demonizzazione della carne pagata con i soldi del contribuente. La Repubblica italiana si tenga ben lontana dal prendere posizioni modaiole vegetariane e vegane. E’ il mercato che crea l’opulenza, è il mercato che crea gli sprechi, è nel mercato delle idee che si forma la consapevolezza che sprecare è sbagliato e che una dieta equilibrata è una scelta intelligente. Il resto è soltanto spreco di soldi pubblici e di tempo.