Il litio è la batteria del mondo e il suo prezzo triplica
I prezzi delle materie prime – petrolio, ferro e rame in primis – sono in calo in tutto il mondo, nell’Europa dell’inflazione a zero lo sappiamo bene. C’è un’eccezione vistosa: il prezzo del litio, infatti, è triplicato nell’ultimo anno. Questo metallo bianco e soffice, le cui scorte sono concentrate – nell’ordine – in Australia, Cile, Argentina e Zimbabwe, sta vivendo un boom grazie al fatto di essere un componente essenziale per la tecnologia delle batterie. Non a caso lo storico Giuseppe Berta, intervistato recentemente dal Foglio, oltre a notare che “l’auto elettrica è uscita dal limbo in cui era sprofondata grazie a quel visionario di Elon Musk, con la sua Tesla”, ha sottolineato che “entro l’anno prossimo Tesla costruirà in Nevada, il primo stato americano che ha consentito nel 2011 la circolazione di automobili senza guidatore, la più importante fabbrica di batterie elettriche per auto”.
L’ultimo modello della Tesla in uscita ha raggiunto le 400.000 prenotazioni, e ciò spiega una parte del boom del litio. Certo, Tesla fa notizia – aggiunge il Financial Times – ma anche l’espansione dell’elettronica in Asia contribuisce a far lievitare il prezzo del metallo in questione. Per Goldman Sachs “il litio è la nuova benzina”, ma non sarà così all’infinito; superata una certa soglia, c’è da scommettere che i produttori di batterie andranno in cerca di alternative meno costose. Che è poi esattamente quello che hanno fatto i produttori classici di automobili, da decenni dati per spacciati da ecologisti e anti industrialisti di ogni sorta, ma che sono ancora qui con noi a trainare innovazione e pil. Tanto che Apple, in un momento di difficoltà, ha appena deciso di entrare nel mercato – anch’esso a quattro ruote – di Uber e affini.