Tagliare il cuneo fiscale e rilanciare gli investimenti. Le idee di Visco per accelerare la ripresa
L’uscita dell’Italia dalla recessione è “lenta ed esitante”, e dunque “occorre fare di più per rilanciare gli investimenti e la produttività delle imprese”, costruendo “un sentiero di crescita solido e stabile”. A dirlo è stato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, durante la presentazione della relazione annuale in Via Nazionale.
“Per sostenere una ripresa pù rapida e duratura – ha detto Visco – è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti. Sono importanti una ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro, il rafforzamento di incentivi per l’innovazione, il sostegno ai redditi dei meno abbienti, particolarmente colpiti dalla crisi”. E “se i margini oggi disponibili nel bilancio sono limitati – ha puntualizzato il governatore – è comunque possibile programmare l’attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio”.
Nelle sue “Considerazioni finali”, Visco ha osservato che “il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007, di oltre due punti percentuali”, ma esso “resta però troppo alto”, e “il suo progressivo riassorbimento, essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini, è necessario anche per riportare l’inflazione su valori in linea con la stabilità dei prezzi”.
Preoccupa anche l’andamento dei conti pubblici. Per l’attuale inquilino di Palazzo Koch, infatti, “l’evoluzione del contesto macroeconomico rischia di ostacolare il conseguimento” della riduzione del rapporto tra debito pubblico e pil nel 2016: l’aumento dell’incidenza del debito da poco meno del 100 per cento nel 2007 a quasi il 133 lo scorso anno, “è soprattutto il portato della crisi” ha spiegato Visco, che individua in “uno stretto controllo dei conti pubblici” nella “realizzazione del programma di privatizzazioni” le direzioni su cui intervenire.
Altro punto delicato è quello relativo al sistema bancario, che nel 2015 è andato incontro ad una delle peggiori crisi degli ultimi decenni, con l’adozione delle norme sul bail-in, che per Visco sono però “figlie di una costruzione europea irregolare e incompleta”, che “richiede, per la sua stessa sostenibilità, di essere integrata con gli elementi mancanti”. Secondo il governatore, infatti, “l’esperienza internazionale mostra che, a fronte di un fallimento del mercato, un intervento pubblico tempestivo può evitare una distruzione di ricchezza, senza necessariamente generare perdite per lo stato, anzi spesso producendo guadagni”. Andrebbero quindi “recuperati più ampi margini per interventi di questo tipo, per quanto di natura eccezionale” ha concluso Visco.
Qui la relazione completa del governatore della Banca d'Italia.