La Brexit strategy italiana
Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori imprenditori, banchieri, economisti e pensatori quali sono secondo loro le opportunità per l'Italia derivanti dalla Brexit. Ovvero se e come il paese può approfittare, con misure il più concrete possibile, del distacco del Regno Unito dall'Unione europea sia in chiave politica – per avere più peso nel consesso europeo – sia in chiave economica – per intercettare gli investimenti e pezzi di business che si allontaneranno da Londra entro i prossimi due anni, quando la Brexit potrebbe arrivare a compimento.
Importare in Italia lo spirito (e le agenzie) di Londra – di Marcella Panucci (Confindustria)
Prepariamoci a investire in infrastrutture – di Luca Torrigiani (British Telecom Italia)
Rivedere le sanzioni alla Russia torna a essere una priorità – di Alberto Bombassei (Brembo)
La legge della Concorrenza ora è una questione di credibilità – di Andrea Goldstein (Nomisma)
Più margini di spesa e tagliamo le tasse a imprese e lavoratori – di Ennio Doris (presidente Banca Mediolanum)
Una grande opportunità: incentivare tutti i "cervelli" a tornare – di Paolo Scaroni (Rothschild)
Ora attiriamo i lavoratori della City. Come? Detassazione – di Giuseppe Marino (Marino&Associati)
L'occasione giusta per capire Merkel. Ora spending review – di Veronica De Romanis (economista)
Le lezioni inglesi non sono finite per governance d'impresa e bancaria – di Giulio Sapelli (Università Statale di Milano)
Adesso prepariamoci con un piano vero a difendere gli esportatori – di Michelangelo Agrusti (Confindustria Pordenone)
La farmaceutica traccia la strada e diventa una priorità – di Marco Fortis (economista Edison)
Sediamoci al centro del tavolo europeo. La strada maestra è un nuovo direttorio – di Alberto Carnevale Maffé (Università Bocconi)
Investiamo sulle nostre imprese coi risparmi. Con una nuova alleanza – di Ettore Gotti Tedeschi (ex presidente Ior)
Testi raccolti in redazione da Alberto Brambilla e Luciano Capone