Lo Stato bussa allo sportello
Della confusa trattativa in corso tra il governo italiano e la commissione europea si è capito che Roma ha intenzione di procedere in via precauzionale e secondo gli spazi concessi dalle regole europee a intervenire con fondi o agenzie pubbliche nel fragile sistema bancario nazionale colpito dai marosi della Brexit, in particolare il Monte dei Paschi di Siena ha subìto vendite massicce. Abbiamo chiesto a economisti, banchieri, analisti e osservatori quali forme potrà prendere un intervento pubblico, quali limiti può avere e quali sono le alternative disponibili per il governo italiano in caso un piano di contenimento del contagio bancario attraverso la garanzia dello stato non dovesse bastare.
Troppo occupato dalle piccole, Renzi si è perso le grandi banche. Ora s'aspetti resistenze – Corrado Sforza-Fogliani, prisedente di Assopopolari
Nessuna deroga alle regole sembra possibile prima di una piena Unione bancaria – Guido Rosa, Associazione italiana banche estere
La conversione dei liberisti al salvataggio di stato è paradossale? Nient'affatto – Antonio Foglia, economista e banchiere
Rimpianti per una soluzione americana – Francesco Daveri, economista, Università Cattolica
Dietro le banche non c'è la Bundesrepublik – Salvatore Bragantini, ex commissario Consob
Meglio comunicare che spargere panico – John Raymond, CreditSights, analista banche europee
Aiuti sì, ma temporanei e condizionati a una riforma della legislazione bancaria – Guido Roberto Vitale, presidente di Vitale&co
Per l'Italia serve un'operazione TTABI, Tutto tranne che altri bail-in – Ennio Doris, presidente Banca Mediolanum
L'Italexit bancaria è un gioco delicato – Paul Donovan, Ubs investment research
Dopo tanti abbagli, finalmente l'idea di nazionalizzare. Ue permettendo – Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria al Senato, Partito democratico
Una soluzione? Quantitative easing via Cassa depositi e prestiti – Roberto Russo, Assiteca Sim
Testi raccolti da Alberto Brambilla e Marco Valerio Lo Prete