La Renzi strategy su Monte dei Paschi

Redazione
Reuters spiega bene come il premier si è coperto le spalle su Mps, nonostante le legittime perplessità sulla riuscita dell’operazione.

L’architettura del salvataggio del Monte dei Paschi di Siena – dismissione di circa la metà delle sofferenze lorde in pancia e aumento di capitale da 5 miliardi – può sollevare legittime perplessità sulla riuscita dell’operazione. Le casse previdenziali private hanno rinunciato a investire in non performing loans. Investitori abituati a tuffarsi nella ristrutturazione di compagnie decotte come Wilbur Ross considerano la ricapitalizzazione come criptonite. JP Morgan invece non la pensa così: ha garantito la partecipazione all’operazione come capofila del consorzio di garanzia. Al netto delle perplessità tecniche, dal punto di vista politico il presidente del Consiglio Matteo Renzi è al riparo da contraccolpi comunque vada a finire il soccorso a Mps, come ha notato Reuters Breakingviews.

 

“Il premier italiano ha scelto di non penalizzare i bondholder subordinati della banca nel timore di perdere al cruciale referendum costituzionale. Raccogliere con un aumento di capitale mezzi freschi per oltre sei volte l’attuale capitalizzazione della banca può essere un’impresa ardua ma non impossibile. Ma Renzi è coperto se le cose andassero storte”. L’aumento di capitale di Mps dovrebbe concludersi a dicembre, mentre il referendum costituzionale potrebbe cadere nelle ultime settimane di novembre. “Non importa – dice Reuters – se gli investitori seguono la linea di Ross e l’aumento fallisce. Certo, Mps avrebbe allora bisogno di trasformare i creditori subordinati in azionisti, e lui (Renzi) subirebbe le critiche conseguenti. Ma se il referendum è a quel punto superato, ci sarebbe un danno politico molto meno pesante, o sarebbe un problema di qualcun altro”.

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