Tra Apple e Ue rischio di guerra fiscale
Nello scontrarsi con Apple, la Commissione europea sta creando insicurezza tra le aziende, minando la sovranità degli stati membri e rompendo con gli Stati Uniti, in un momento in cui le grandi economie dovrebbero coordinare le proprie regole contro l’elusione fiscale”. A scriverlo è l’Economist, che si mostra assai perplesso sullo scontro in atto tra Palazzo Berlaymont, Dublino e la società capitanata da Tim Cook. L’iniziativa della Commissione contro l’elusione fiscale è lodevole negli intenti, spiega il settimanale economico, tuttavia la si sta portando avanti in maniera controproducente, in quanto si “afferma che l’accordo di Apple con l’Irlanda, che ha prodotto un livello di tassazione a singola cifra, fosse equivalente a un trattamento preferenziale e quindi in violazione alle regole europee sugli aiuti di stato”.
Il fatto è che “la Commissione ha fatto affidamento a una interpretazione larga del principio di trasferimento dei prezzi, che regola il prezzo a cui le unità di una multinazionale possono commerciare tra di loro”. L’Economist spiega come, avendo definito in modo molto stretto le regole, la Commissione “ha applicato il suo nuovo modo di pensare ad accordi di 25 anni fa. A quel tempo Apple non aveva motivo di immaginare che un giorno sarebbe incorsa in sanzioni per le regole sugli aiuti di stato. L’azienda aveva stretto un accordo con un governo sovrano, che tuttora lo difende. Anche se il piano avesse dato adito a dubbi di legalità all’epoca, sarebbe altrettanto sensato punire la nazione che ha offerto l’accordo quanto l’azienda che lo ha firmato”. Insomma, “la Commissione ha lanciato una granata, e il risultato potrebbe essere una guerra fiscale”.