Pier Carlo Padoan e Matteo Renzi (foto LaPresse)

In arrivo la "lettera di avvertimento" di Bruxelles sulla legge di Stabilità italiana

Redazione
Sotto la lente della Commissione europea non solo il nostro paese. Preoccupano la mancanza di provvedimenti strutturali e le richieste straordinarie su immigrazione e terremoto. Padoan: "L'Europa scelga da che parte stare".

Entro domattina la Commissione europea dovrebbe inviare all'Italia, ma anche a Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia, Francia e Olanda, una richiesta scritta di chiarimenti circa la legge di Stabilità presentata dal governo. Un avvertimento messo nero su bianco, quello che si temeva potesse giungere da Bruxelles, su alcune criticità presenti nel testo del bilancio. Come di consueto, dopo la presentazione delle bozze da parte dei paesi membri, entro la metà di ottobre, la Commissione può respingere quelle che non rispettano i parametri entro le successive due settimane, solo in seguito al "dialogo costruttivo" – così è stato definito in questi giorni da fonti Ue – con gli stessi governi, con l'obiettivo di trovare dei punti di compromesso ed evitare la bocciatura. Sarebbe la prima volta che un bilancio viene respinto, e a Bruxelles l'ipotesi di un muro contro muro con Roma non piace affatto.

 

Tuttavia, le perplessità della Commissione sul testo di bilancio inviato dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, erano note e la lettera attesa a Roma nelle prossime ore rientra nelle trattative per risolvere i due punti critici del testo: troppe misure una tantum previste per far quadrare i conti e messa in sicurezza antisismica degli edifici. A preoccupare Bruxelles è soprattutto l'entità dello scostamento del deficit strutturale rispetto agli impegni presi (nel 2017 aumenterà dello 0,4 per cento del pil anziché ridursi dello 0,6 per cento).

 

"L'Europa deve scegliere da che parte stare. Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3 per cento del pil per far fronte all'emergenza terremoto e a quella dei migranti. Oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri e che va rigettata. Ma così sarebbe l'inizio della fine", ha detto domenica il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato da Repubblica. "Dal 2011 in poi l'Italia ha speso miliardi e miliardi per affrontare una emergenza migranti che non era e non è un problema solo suo - aggiunge Padoan - ma dell'intera Unione. E nessuno finora ci ha riconosciuto questo impegno economico. Qualche mese fa alla Turchia sono stati riconosciuti dall'Europa 3 miliardi proprio per far fronte a all'emergenza migranti. L'Italia ha speso più di tutti per questa emergenza e ha reso un servizio agli altri stati - continua il ministro dell'Economia - ha difeso un 'bene pubblico' comune. E' un problema politico, che riguarda il futuro del continente".