Prima quotazione di Ferrari S.p.A. in Borsa di Milano a gennaio 2016 (foto LaPresse)

Pedagogia economica

Redazione
Tre lezioni dalle ultime trimestrali di Ferrari, Brembo e Telecom.

Ferrari, Brembo e Telecom: due eccellenze italiane, tre aziende simbolo del sistema Italia. Per questo le loro lusinghiere trimestrali meritano un’attenzione al di là dei risultati di bilancio, pure importanti. La Ferrari ha chiuso un trimestre da record con utili in ascesa a 113 milioni e debiti in calo del 24 per cento. Il presidente Sergio Marchionne prevede che il 2016 si concluderà con 8 mila auto consegnate e oltre tre miliardi di fatturato, record anche questi. Il Cavallino non risente delle deludenti performance in Formula 1 né diversifica nei Suv, come invece Maserati, Lamborghini, Aston Martin, Porsche. “Piuttosto mi dovete sparare”, dice Marchionne; ed essere l’ultimo produttore di auto sportive pare un’altra idea di successo. Ancora di più l’accordo sindacale di Maranello, che non prevede scioperi ma alta specializzazione, welfare d’avanguardia e bonus di produttività: 4.750 euro per dipendente ad aprile che seguono i 5 mila del 2015 e portano a 17 mila gli extra erogati in quattro anni, dopo gli sbandamenti per scioperi e altro in ere precedenti.

 

Brembo invece vede fatturato e utili in crescita del 41 per cento. L’azienda produce freni a elevate prestazioni non solo per le sportive ma soprattutto per le auto premium tedesche, il che spiega l’annuncio di un nuovo stabilimento in Polonia. Mentre qui tutti si lagnano della prepotenza della cancelliera Angela Merkel  che non investe, buttandola in politica, o godono per i siluri dell’Autorità per la difesa dell’ambiente americana su Volkswagen, il presidente della Brembo Alberto Bombassei ha invece puntato molto sulla Germania, e ha avuto ragione.

 

Telecom segna il miglior risultato dal 2007, quintuplicando gli utili annuali e iniziando a ridurre significativamente un debito che sembrava inespugnabile. L’ad Flavio Cattaneo alza così gli obiettivi per la banda ultralarga e la fibra ottica: il 60 per cento di copertura nazionale quest’anno, l’80 il prossimo, con 50 città dove la fibra raggiungerà i clienti direttamente a casa. La spesa per investimenti di Telecom in asset fissi (Capex) è ai massimi storici. Grazie ai capitali di Vivendi ma soprattutto alla pressione della concorrenza di Enel, player del piano governativo per il web ad alta velocità. Ottime notizie nel segno del moderno sindacalismo e della globalizzazione senza paraocchi. Avvertire piagnoni, populisti autarchici e la Cgil.