Altro che Atene. Roland Berger dice che per salvare l'Unione europea deve essere Berlino a uscire dall'euro
Avanzo nella bilancia dei pagamenti tedesca e politica monetaria accomodante della Bce. In queste circostanze, dice il consulente finanziario, è la Germania a dover abbandonare la moneta unica
Nel corso di un’intervista al quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt, il consulente finanziario Roland Berger ha avanzato la proposta che la più grande economia del continente abbandoni l’unione monetaria per non mettere a repentaglio la stabilità dell’Unione europea. Berger ha fondato l’omonima azienda di consulenze nel 1967, che è ora considerata tra le più affidabili nel settore, grazie alla sua rete di 50 uffici in 36 paesi con oltre 2.400 dipendenti. La sua opinione è che sono necessarie soluzioni radicali per salvare l’Europa dalla “situazione catastrofica” in cui si trova, in larga parte – dice – a causa della moneta comune. “Non dobbiamo pensare se sarà possibile o meno salvare la Grecia, piuttosto, dovremmo prendere in considerazione se non sia più logico per la Germania lasciare l’Eurozona per preservare l’integrità dell’Unione europea”, ha spiegato a Handelsblatt.
Secondo lui, l’avanzo del 9 per cento della bilancia dei pagamenti tedesca, prova della potenza economica e finanziaria della Germania in Europa, sta creando squilibri all’interno dell’Ue. Al contrario, la politica monetaria molto accomodante della Banca centrale europea sotto Mario Draghi “non va bene per la Germania, mentre è ottima per il 75 per cento dei paesi membri dell’Eurozona, specialmente quelli dell’area mediterranea”. L’unico modo per evitare una rottura traumatica sarebbe quindi negoziare un’uscita, con condizioni che eviterebbero ripercussioni sui mercati e sulle economie interessate.
Tuttavia, Berger è convinto che il governo tedesco non oserebbe mai proporre una soluzione tanto radicale. Per questo ha avanzato una proposta alternativa, ma ugualmente esplosiva: “Per preservare l’euro, l’unica soluzione sarebbe istituire un sistema di trasferimenti fiscali simile a quello che esiste tra i länder tedeschi”. Sotto questo sistema, spiega, i paesi europei più ricchi contribuirebbero al bilancio di quelli più poveri, compensando gli squilibri macroeconomici causati, per esempio, dal surplus della Germania.