Per il ministro Calenda, Alitalia è stata "gestita male"
Il capo del dicastero per lo Sviluppo economico definisce inaccettabile che le "colpe del management" ricadano sui lavoratori. Il governo incalza sul piano industriale. E sui voucher...
Alitalia “oggettivamente è stata gestita male”, ha detto questa mattina a "Radio Anch'io" il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda rispondendo a una domanda diretta sulla situazione della compagnia e sul rischio esuberi. Si tratta di “un'azienda totalmente privata che ha problemi significativi di gestione - ha spiegato - Non esiste che si parli di esuberi prima di parlare di piano industriale”, perché “nessuna azienda si salva senza”. Scaricare le “colpe del management” sui lavoratori, in definitiva, sarebbe “inaccettabile”, dice Calenda.
La situazione di Alitalia resta complicata. Il 20 gennaio ci sarà lo sciopero generale del trasporto aereo e i sindacati hanno già chiesto al governo “un urgentissimo incontro al fine di valutare ogni utile possibile decisione”. I problemi sul tavolo sono gli ammortizzatori sociali e il fondo di solidarietà, che si inseriscono nella necessità generale dell'azienda di tagliare i costi (con 1.500 possibili esuberi sullo sfondo). Il congelamento degli scatti salariali, ad esempio, non è piaciuto ai vari Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, che potrebbero proclamare lo sciopero a febbraio. L'obiettivo è un “percorso serio” per il rinnovo del contratto di lavoro nazionale scaduto a fine dicembre. Ma, come ha puntualizzato lo stesso Calenda, tutto passa dal piano industriale.
Il ministro, intanto, invita a non “usare toni trionfalistici” in materia di lavoro perché “abbiamo sì recuperato mezzo milione di posti di lavoro ma partivamo da una situazione drammatica”. Quella sui voucher, poi, per Calenda non deve essere “una battaglia slegata dal contenuto reale, perché incide sulla vita delle persone. Se ci sono stati abusi il governo ne ridiscute”, promette il ministro dello Sviluppo economico con chiaro riferimento alla decisione di ieri della Corte costituzionale.