Il presunto dieselgate di Fiat raggiunge anche Bruxelles
"Risposte convincenti il più rapidamente possibile": le vuole la portavoce della Commissione europea per i Trasporti dopo che Berlino ha chiesto il ritiro di Fiat 500, Doblò e Jeep-Renegade
La portavoce della Commissione europea per le questioni inerenti ai Trasporti, Lucia Caudet, ha chiesto che l’Italia, a proposito del diselgate che ha colpito Fca, offra “risposte convincenti il più rapidamente possibile perché la Commissione vuole chiudere le discussioni entro qualche settimana”. E in mancanza di una risposta italiana, Bruxelles potrebbe intraprendere azioni, che potenzialmente includono anche la procedura di infrazione, hanno spiegato alle agenzie fonti della Commissione.
Lo scorso maggio il Kraftfahrt-Bundesamt, il registro automobilistico tedesco, su input del ministero dei Trasporti tedesco, aveva eseguito una serie di test sulle emissioni dei motori diesel per verificare se altri costruttori oltre Volkswagen utilizzassero meccanismi elettronici per ridurre artificiosamente le emissioni. La casa guidata da Marchionne era stata chiamata dal ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt per offrire chiarimenti sui risultati relativi ad alcuni modelli della casa. Un caso che è ritornato d’auge dopo che la scorsa settimana l’Agenzia per la protezione ambientale americana (Epa) aveva accusato Fiat Chrysler Automobiles (Fca) di aver violato la legge sulle emissioni, grazie all’installazione di un software per ingannare i test sull’inquinamento, in pratica una riedizione di quanto accaduto con la tedesca Volkswagen, ma per ragioni tecniche diverse.
Il caso americano ha infatti spinto il governo tedesco a rivolgersi all’Ue per garantire il richiamo dei modelli Fiat 500, Doblò e Jeep-Renegade per presunte violazioni sulle emissioni. Ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, aveva giudicato “la richiesta della Germania alla Ue di una campagna di ritiro delle Fca totalmente irricevibile”.