Mediobanca frena Intesa su Generali
Bolloré gioca di anticipo e strozza il risiko italo-tedesco sul Leone
Il primo atto della “contesa finale” per il bastione del capitalismo finanziario italiano, le Assicurazioni Generali, ha avuto vita breve, ma siamo all’inizio. Nel fine settimana sono uscite indiscrezioni sulla Stampa circa l’intenzione di Intesa Sanpaolo, assieme alla tedesca Allianz, di opporsi alla presa sul primo gruppo assicurativo italiano da parte di Axa che avrebbe il benestare di Mediobanca, primo azionista del Leone.
Si prevedeva una guerra per procura tra pezzi forti del capitalismo francese e forze di pari rango di quello tedesco con i “procuratori” italiani a far da testa di ponte. I broker ci credevano poco, ma intanto sul mercato il titolo Generali è stato acquistato copiosamente: manine forti in fabula? Tuttavia la battaglia s’è arrestata in serata quando Generali ha comunicato di aver acquisito il 3 per cento di Intesa: una mossa, dettata probabilmente dall’azionista di controllo, la Mediobanca di Alberto Nagel, e dal suo socio forte Vincent Bolloré, abile a menar cazzotti, che congela possibilità di Intesa di ottenere partecipazioni incrociate in Generali. Episodio che ricorda quando Capitalia comprò il 2,02 per cento di Intesa per evitare un’Opa dalla banca milanese (oppure per farla uscire allo scoperto) – poi Capitalia finì a Unicredit e per Intesa fu probabilmente un bene.
L’operazione è strozzata anche perché Intesa la coordinata male e si è lasciata sfuggire qualche voce di troppo, salvo imbarazzanti smentite a mezza bocca: il presidente emerito di Intesa, Giovanni Bazoli, in mattinata, infatti non aveva né confermato né smentito interesse perché non aveva “niente da dire”. Quel che c’è da dire è che la risposta rapida di Generali conferma un interesse estero sulla prima assicurazione tricolore, carica di Btp. E che Mediobanca rafforza la presa su Generali che ha voluto dominare per anni evitando di fare aumenti di capitale – ovvero per evitare di diluirsi – ma riducendo di conseguenza la potenza del Leone, anziché lasciarlo crescere per resistere da solo agli attacchi. Per Intesa, già imbarcata in Alitalia, Rcs, fondo Atlante, forse è meglio così. Tuttavia c’è chi nel risiko ancora non ha le mani legate: Allianz, per esempio, sarebbe libera di agire così come – in opposizione ai tedeschi – Unicredit, capitanata da Jean Pierre Mustier. Il quale ha sempre smentito mire francesi sul Leone difendendone l’italianità. Chissà.
tra debito e crescita