I tassisti paralizzano mezza Italia: "Sanatoria pro Uber". Delrio fissa un incontro
Passa l'emendamento al Senato per rinviare i termini dei provvedimenti anti-abusivi e di limitazione degli Ncc. Qualcuno dice timidamente: "Bisogna adattarsi e favorire la sharing economy"
È stato approvato in Senato, dov'era arrivato “blindato” con la fiducia, il decreto Milleproroghe, che adesso passerà al vaglio della Camera. Un “sì” scontato che ha scatenato le proteste dei tassisti a Roma, Milano e Torino. Il casus belli è l'emendamento con prima firmataria la senatrice del Pd Linda Lanzillotta: la modifica rimanda al 31 dicembre 2017 il termine ultimo entro il quale il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dovrà emanare il provvedimento per mettere un freno all’esercizio abusivo del servizio taxi e di noleggio con conducente (Ncc). Per i tassisti si tratta di una “sanatoria pro Uber e pro abusivi”, ha affermato Alessandro Genovese di Ugl taxi.
A Roma un migliaio di tassisti ha protestato davanti a Palazzo Madama: negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino molti passeggeri sono rimasti praticamente senza auto bianche. Per coprire il buco, la società di gestione, Aeroporti di Roma, ha istituto un servizio di navette gratuito. A Milano i tassisti hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno chiesto un incontro urgente al prefetto Luciana Lamorgese in quanto l'emendamento “riporta l'orologio indietro di otto anni”. A Torino, invece, la protesta si è svolta davanti al municipio. Il malcontento si articola sempre con gli stessi toni, dalle “pressioni lobbistiche sulla politica” all'“assurdo obbrobrio giuridico teso solo a tutelare gli interessi di una grande multinazionale e dei soliti gruppi di furbetti”.
Intanto martedì 21 febbraio il ministro Graziano Delrio incontrerà tutte le sigle sindacali per affrontare le varie questioni, scongiurando forse l'assemblea fiume dei tassisti (prevista per mercoledì 22), i quali minacciavano “nuovi panorami di lotta”. La sortita più conciliante è quella dell'Unione nazionale consumatori, per la quale “non si tratta di una sanatoria, ma di colmare un vuoto normativo e favorire forme di trasporto innovativo come la sharing economy, senza lasciare inevasa una nuova domanda”. Per il presidente Massimiliano Dona, non a caso, “la normativa attuale è antidiluviana e impedisce qualunque forma di concorrenza e di innovazione”. I rappresentanti di Ncc, invece, sottolineano la “strumentalizzazione” dei tassisti, precisando che l'emendamento non liberalizza il settore ma punta a eliminare “l'abusivismo in tutte le sue forme”.
Di sicuro oggi a pagare più di tutti sono stati i cittadini, “privati di un servizio pubblico con immensi disagi, una cosa gravissima e intollerabile” dice il Codacons, che presenterà un esposto alle procure di Roma, Milano e Torino. E il Garante degli scioperi, da par suo, ha chiesto lumi alle prefetture per l'eventuale “adozione di sanzioni” qualora si accertasse che le manifestazioni hanno violato “le norme relative all'esercizio del diritto di sciopero con riguardo al preavviso, la durata, l'informativa all'utenza e la garanzia dei servizi minimi”.
E la politica? Almeno a parole, soprattutto dalla parte dell'opposizione, solidarizza. Per il vicepresidente della commissione Trasporti del senato, Stefano Esposito del Pd, i tassisti “hanno ragione a protestare e li capisco”, ma “al secondo passaggio alla Camera si troverà una soluzione”. La Lega polemizza: “Anche oggi siamo in piazza con i tassisti. La maggioranza ammazza l’economia e spalanca le porte al dominio della finanza con vergognosi favori alle multinazionali. Favorendo Uber uccide il mercato dei tassisti”. Anche il centrodestra, in particolare Forza Italia, sta dalla parte dei manifestanti. La deputata Nunzia di Girolamo dice: “È possibile che il governo non si renda conto di quanto le sue decisioni insensate ricadano sulla vita degli italiani? Penalizzando i tassisti e costringendoli allo sciopero e alla protesta, non solo si è paralizzata una città come Roma, ma tantissimi disagi sono stati causati ai cittadini italiani e ai turisti che scelgono il nostro paese. In teoria sarebbe compito di chi governa agevolare la vita degli italiani e l'economia dell'Italia, ma il Pd evidentemente non l'ha capito o ha preferito fare scelte che vanno nella direzione opposta”.