Italexit tra stampa e realtà
Mediobanca e grillini, così l’uscita dall’euro sbarca su Ft e Wsj
Anche il Financial Times si occupa del dibattito su una possibile uscita dell’Italia dall’euro, una prospettiva che appare remota ma che guadagna sempre più terreno, dice il quotidiano londinese. Pochi giorni fa sul Wall Street Journal compariva un altro articolo sui tempi stringenti che renderebbero conveniente l’Italexit scritto da Marcello Minenna, l’ex assessore al bilancio della giunta grillina di Virginia Raggi. Perché i principali quotidiani internazionali contribuiscono a dare credibilità all’uscita dall’euro con articoli in cui l’Italexit è trattata come qualcosa di possibile e non completamente insensato? Sicuramente perché il fronte anti euro è ampio: il Movimento 5 stelle e la Lega nord hanno come punto principale dell’agenda economica l’abbandono dell’Unione monetaria e anche altre forze politiche a destra di Forza Italia e a sinistra del Pd sono a favore dell’uscita. Ma non c’è solo questo: entrambi gli articoli del Ft e del Wsj parlano di un recente report di Mediobanca sugli impatti del ritorno alla sovranità monetaria nazionale. Lo studio della banca d’affari, pur evidenziando tra lacune metodologiche il costo rilevante di un ritorno alla moneta nazionale, è stato facilmente strumentalizzato e amplificato dal fronte sovranista. Le forze anti euro esistono e sono numerose, non si può ignorare la realtà mettendo la testa sotto la sabbia, ma non bisogna dimenticare che gli italiani favorevoli all’euro sono la netta maggioranza. Se la pazza idea dell’Italexit si fa strada qui e all’estero è anche perché pochi, nell’accademia e nella finanza, esprimono posizioni nette rispetto a studi fragili e ricostruzioni approssimative. Ma di fronte a un rischio catastrofico la classe dirigente italiana non può essere silente o balbettante. A difendere l’euro con cognizione e convinzione c’è il presidente della Bce Mario Draghi, ma non si può scaricare il peso del futuro del paese sulle spalle di una sola persona.