Il mercato del lavoro batte il mercato del malumore
Secondo i dati Istat a febbraio il tasso di disoccupazione è sceso all'11,5%. La performance migliore riguarda la disoccupazione giovanile scesa dell'1,7% e tornata ai livelli del 2012
Nel mese di febbraio il tasso di disoccupazione è sceso, attestandosi all’11,5 per cento, mentre sono diminuite le persone in cerca di lavoro e sono cresciuti gli inattivi. Il dato più positivo è quello sulla disoccupazione giovanile, che cala di 1,7 punti percentuali toccando i livelli del 2012 (35,2 per cento). A dirlo sono i dati dell’Istat diffusi questa mattina, secondo cui rispetto al mese scorso resta stabile al 57,5 per cento la stima degli occupati.
Nello specifico a febbraio gli occupati in più sono stati 8 mila, 294 mila su base annua (+1,3 per cento). In crescita soprattutto le donne (+55 mila), mentre gli uomini hanno fatto segnare un -47 mila. 83 mila, invece, i disoccupati in meno (-2,7 per cento), un calo che riguarda specialmente i giovani tra i 15 e i 24 anni e gli over 50 mentre non registra differenze tra uomini e donne. Ma il dato è in parte compensato dai 51 mila inattivi in più che hanno smesso di cercare occupazione. Il tasso di inattività è stato pari al 34,8 per cento, in aumento di 0,1 punti percentuali su gennaio, ed è cresciuto soprattutto tra i 15 e i 64 anni. Su base annua crescono sia i lavoratori dipendenti (+280 mila) che - in misura più contenuta - gli indipendenti (+14mila). Nello stesso periodo calano sia i disoccupati di 18 mila unità (-0,6 per cento) che gli inattivi di 380mila unità (-2,7 per cento).
Soddisfatto il premier Paolo Gentilo che commenta: "Cala la disoccupazione, anche tra i giovani. L'impegno per le riforme ottiene risultati. E continua". Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "I dati di oggi delineano un quadro del mercato del lavoro complessivamente stabile su base congiunturale e in crescita su base annua. Anche questo mese il ritmo di aumento dell'occupazione è superiore a quello del pil".
tra debito e crescita