La Corte dei Conti (foto LaPresse)

La Corte dei Conti certifica la ripresa ma boccia il cuneo fiscale italiano: "E' il più alto d'Europa"

Redazione

Siamo 10 punti oltre la media europea dicono i giudici contabili e l'attuale politica fiscale non garantisce benefici strutturali

L'esposizione tributaria in Italia è più alta rispetto alla media del resto dell'Europa, non aiuta il contrasto all'economia sommersa e la lotta all'evasione. La Corte dei Conti nel suo Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica boccia il peso fiscale che penalizza le retribuzioni e afferma che il gettito fiscale, seppure aumentando le entrate, non sta portando benefici effettivi alle casse dello stato.

 

Allo stesso tempo, la Corte certifica – come già fatto dall'Istat – la ripresa dell'economia italiana. Secondo i magistrati contabili, "nonostante le incertezze iniziali, l'andamento dell'economia italiana sembra aver segnato un'inversione di marcia verso un'espansione meno fragile e più qualitativa".

 

Tuttavia, dice il rapporto, "il cuneo fiscale, riferito  alla situazione media di un dipendente dell'industria, colloca al livello più alto la differenza fra il costo del lavoro a carico dell'imprenditore e il reddito netto che rimane in busta paga al lavoratore: il 49 per cento prelevato a titolo di contributi (su entrambi) e di imposte (a carico del lavoratore) eccede di ben 10 punti l'onere che si registra mediamente nel resto d'Europa".

 

La Corte dei Conti aggiunge che "anche i costi di adempimento degli obblighi tributari, che il medio imprenditore italiano è chiamato ad affrontare, sono significativi: 269 ore lavorative, il 55 per cento in più di quanto richiesto al suo competitore europeo".

 

Si legge ancora nel rapporto che la pressione fiscale ancora elevata non ha avuto effetti positivi di tipo strutturale. "Guardando alla tenuta del sistema tributario – dicono i giudici – se è indubbio che la politica fiscale ha  impresso forti accelerazioni alla dinamica delle entrate, non sembra che essa si sia mostrata efficace nel rafforzarlo strutturalmente: in modo da sottrarlo ai vincoli che spingono a ricercare nuove fonti di gettito e, al contempo, porre i presupposti per una redistribuzione del prelievo nel quadro di una riduzione della pressione fiscale complessiva".

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