Eni investirà 21 miliardi in Italia nei prossimi quattro anni
All'evento organizzato oggi nei laboratori di Bolgiano, a San Donato Milanese, ha partecipato anche Gentiloni: "Eni è un modello, uno dei motori del paese"
Investimenti in Italia per 21 miliardi di euro nei prossimi quattro anni e l'impegno di mantenere attivi i propri asset in Venezuela. Sono alcuni dei prossimi piani di Eni, di cui ha parlato oggi Claudio Descalzi durante l'evento “Eni per l'Italia”, organizzato a Bolgiano nei laboratori dell'azienda, a cui ha partecipato anche Paolo Gentiloni. "Credo che un paese come il nostro, spinto a un certo cinismo, deve avere la forza e l'orgoglio di rivendicare i propri livelli di eccellenza quando sono così evidenti come in Eni", ha detto il premier durante il suo intervento.
Negli ultimi tre anni il gruppo Eni ha speso in Italia 15 miliardi di euro e per il prossimo quadriennio prevede di investirne 21, per effettuare una profonda trasformazione che coinvolgerà tutti i business, dall'upstream fino alla raffinazione e alla chimica, dalla generazione di energia elettrica alle bonifiche. “Non stiamo parlando solo della principale azienda del paese – ha continuato Gentiloni – Eni è una delle sette principali al mondo. Un'azienda particolare che da 60 anni svolge dal punto di vista energetico ma anche geopolitico, un modello di responsabilità sociale". Le "critiche spesso sono frutto di provincialismo che ogni tanto attraversa il nostro paese. Siamo di fronte a una incredibile storia di successo".
Quanto al Venezuela, dove il cane a sei zampe ha delle quote nei giacimenti di Corocoro e del giant Junin 5, l'ad ha detto che “la situazione non è semplice, ma per il momento non prevediamo un'uscita. Se dovessimo uscire dal paese daremmo vantaggi ad altri competitor". Descalzi ha poi incontrato una rappresentanza di studenti e professori delle università, dei licei e dei master in Italia. Durante l'incontro l'ad ha avuto modo di spiegare che "il discorso dei tumori (nella Val d'Agri, ndr) gira come una fake news". "Nella lista italiana" dell'incidenza delle patologie tumorali, "la Basilicata e la Val d'Agri sono all'ultimo posto. Poi c'e'solo la Calabria. Il tasso maggiore è in Val d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia. Questo viene fuori da statistiche, non nostre. Sono tutte regioni nelle quali non si producono idrocarburi". “Tutto quello che succede – ha evidenziato Descalzi – è colpa nostra perché ci stiamo lavorando. Ma non accettiamo la disinformazione, la rete che racconta che siamo assassini e mostri. Non lo siamo".