L'Europa coinciderà con l'Eurozona?
Si parla di allargare l’area euro nell’anno in cui era data per spacciata
Se il 2016 è stato un anno orribile per l’establishment occidentale con il voto nel Regno Unito per lasciare l’Unione europea e l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, quest’anno molti osservatori avrebbero scommesso sulla deflagrazione della moneta unica, e dell’Eurozona di conseguenza. Geert Wilders non ha sfondato in Olanda. In Francia ha vinto le presidenziali il candidato europeista e riformista Emmanuel Macron. In Germania sembra che i cristiano-democratici della cancelliera Angela Merkel continueranno a mantenere il potere alle elezioni federali in autunno. Il motivo principale per cui i partiti riformisti e di centrodestra hanno sconfitto le nuove formazioni populiste e anti euro – oltre a una scelta razionale degli elettori – è che l’economia continentale va meglio grazie agli stimoli prodotti dal 2015 dalla Banca centrale europea di Mario Draghi (e in via di esaurimento).
Tuttavia in pochi avrebbero detto che l’euro potesse ruggire ancora. Eppure i commissari responsabili per le politiche dell’euro Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici hanno discusso l’opportunità di introdurre tutti gli stati membri dell’Unione europea nell’Eurozona entro il 2025, ha rivelato la Frankfurter Allgemaine la sera di lunedì. I paesi interessati sarebbero Danimarca, Svezia, Polonia, Croazia e Repubblica ceca. Difficile che si arrivi a trascinare nell’euro stati che intendono difendere la propria sovranità monetaria. Ma per quanto appaia un wishful thinking, dimostra che l’euro è vitale proprio nell’anno in cui doveva morire.