La cordata di ArcelorMittal verso la conquista dell'Ilva
I commissari hanno scelto la multinazionale europea in partnership con il gruppo Marcegaglia e sostenuta da Intesa Sanpaolo. Ora la decisione finale spetta al ministero dello Sviluppo Economico
Si è conclusa la gara per l'assegnazione dell'Ilva. Secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, confermate al Foglio, ad aggiudicarsi l'acciaieria tarantina è Am Investco. Questo pomeriggio i commissari dell'Ilva ufficializzerà la notizia, rendendo nota la "classifica aggiudicataria". La decisione dovrà poi essere comunicata al ministero dello Sviluppo Economico che, dopo aver valutato la proposta e incontrato i sindacati, dovrà emettere, probabilmente alla fine della prossima settimana o all'inizio della successiva, un decreto ufficiale per sancire la scelta.
Am Investco Italy è controllata dalla multinazionale europea ArcelorMittal in partnership con il gruppo Marcegaglia (15 per cento) e sostenuta da Intesa Sanpaolo. La cordata concorrente AcciaItalia è pubblico-privata composta dalla compagnia indiana Jindal (35 per cento), la banca di stato Cassa depositi e prestiti (27,5), Delfin, finanziaria del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio (27,5), e il gruppo siderurgico di Cremona Arvedi. AcciaItalia aveva fatto un'offerta inferiore di 600 milioni rispetto ad ArcelorMittal che ha offerto 1,8 miliardi.
ArcelorMittal è leader del mercato europeo e non aveva uno stabilimento produttivo in Italia (dove sono comunque presenti dal 1998). L'indiana Jindal ambiva invece a entrare in Europa. Geert Van Poelvoorde, ceo di ArcelorMittal Europe per i prodotti piani, aveva definito lo stabilimento in una "condizione disastrosa" dal punto di vista produttivo e bisognoso di skill professionali perché ha perso "validi ingegneri", affermando che solo il suo gruppo ha gli strumenti e le competenze per riuscirci.
La Commissione europea aveva sollevato perplessità per la posizione dominante di ArcelorMittal nel continente con l'acquisizione di Ilva senza escludere una cessione di asset. La società aveva chiarito di non avere preoccupazioni per eventuali accuse di ricoprire una posizione dominante dal momento che ha una quota del 25 per cento del mercato e non il 39 per cento che è accusata di avere.
Nei giorni scorsi Adriano Riva, discendente della famiglia di acciaieri che è stata espropriata dello stabilimento con un'inchiesta del 2012 da parte della procura di Taranto, arrivata a processo negli ultimi mesi, ha firmato un accordo con la procura di Milano, che indaga per presunta evasione fiscale, che permetterebbe a Riva un eventuale sconto di pena in cambio del rimpatrio di 1,3 miliardi di euro che devono servire sia per migliorare l'efficienza ambientale degli impianti sia per fare funzionare la fabbrica. Ilva è commissariata dal 2013 e nel frattempo ha perso quote di mercato e drenato risorse finanziarie accumulando debiti.