Foto tratta dal sito internet di Flixbus

Flixbus come "Il Giorno della marmotta". Il governo si impegna a rimuovere i vincoli

Redazione

Accolto un ordine del giorno del deputato Mazziotti. Era già successo quattro mesi fa, ma dopo il blitz in commissione Bilancio e l'approvazione della Manovra, si ricomincia daccapo

E si ricomincia. Come nel Giorno della marmotta. Si arriva alla fine della giornata e il mattino dopo si inizia daccapo. Un'eterna ripetizione. La vicenda che vede coinvolta la compagnia di autobus low cost Flixbus non è molto diversa. A febbraio la decisione, scellerata, di inserire nel Milleproroghe una serie di vincoli che avrebbero portato alla chiusura della società. Poi la marcia indietro. Il governo accoglie tre ordini del giorno e si impegna a correggere il pasticcio.

 

 

 

Ad aprile la promessa è mantenuta. Il governo inserisce nel decreto Enti Locali la modifica al Milleproroghe che evita la chiusura della società. Sembra tutto risolto. Ma non è così. Inaspettatamente, durante la discussione in commissione Bilancio, le norme anti-Flixbus sono state reintrodotte nella Manovrina. E stamattina il testo ha ottenuto il via libera della Camera con 218 sì. Ieri, dopo un articolo del Foglio, il segretario del Pd Matteo Renzi (sono stati i Democratici a presentare l'emendamento contro la compagnia) ha garantito che il suo partito non vuole la chiusura di Flixbus. Sempre parlando con Il Foglio, l'amministratore delegato della società, Andrea Incondi, ha invitato l'ex premier a fare un viaggio sui loro bus.  

 

Prima, però, occorre sistemare il danno. E come nel Giorno della Marmotta stamattina Andrea Mazziotti, esponente del gruppo Civici e Innovatori e presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, ha presentato un ordine del giorno per chiedere un intervento del governo. Esattamente come quattro mesi fa l'esecutivo lo ha accolto impegnandosi a correggere i vincoli introdotti.

 

“Una norma del 2005 che non era mai stata toccata - sottolinea Mazziotti - è stata cambiata tre volte in tre mesi non con un provvedimento ad hoc dedicato ai trasporti, ma in emendamenti infilati di straforo in decreti omnibus. Una vicenda esemplare di cattiva politica al servizio delle lobby e a danno della libera concorrenza. Vale la pena ricordare a quanti nel Pd si sono eccitati per la vittoria di Macron che il nuovo presidente francese, quand'era ministro delle Finanze, fece una legge che reca il suo nome per aprire il mercato degli autobus a lunga percorrenza”.

 

Di più su questi argomenti: