Scioperi furbetti e referendum Radicali
Giusto raccogliere le firme per chiedere la privatizzazione dell’Atac
Bastava tentare di attraversare Roma, oggi, durante l’ennesimo sciopero dei trasporti a “difesa del diritto di sciopero e contro le privatizzazioni e liberalizzazioni del settore”, per correre a sostenere, invece, il referendum comunale chiesto dai Radicali. Naturalmente, l’amministrazione Raggi ha già risposto picche: il Comune non ha alcuna intenzione di rinunciare ad Atac. Viene da chiedersi però che se ne faccia il Comune del servizio di trasporto pubblico, visto che non sa renderlo efficiente. Bus e metro a Roma sono un colabrodo e, come se non bastasse, il personale dell’Atac partecipa agli scioperi-ponte del fine settimana. Quindi, per dare il via all’iter della benemerita consultazione chiesta dai Radicali, servono almeno mille firme (tutte le informazioni su dove poter firmare sono su mobilitiamoroma.it) e il quesito è il seguente: “Volete voi che, a decorrere dal 3 dicembre 2019, Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e la ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?”. Una gara pubblica consentirebbe l’ingresso di privati poco inclini a consentire il lassismo comunale e aziendale visto all’Atac. Il mercato è la soluzione migliore contro sprechi, inefficienze e furbetti dello scioperino.