Martin Schulz (foto LaPresse)

La sinistra e la ricchezza

Redazione

Il tedesco Schulz (in affanno) punta su redistribuzione e tasse ai più abbienti

I numeri dicono che Martin Schulz, candidato socialdemocratico alle elezioni tedesche del prossimo settembre, è in affanno: la cancelliera Angela Merkel, che va a caccia del suo quarto mandato, lo supera nelle rilevazioni di parecchi punti percentuali (il picco dello scarto è del 15 per cento) e soprattutto domina la scena con la sua politica moderata che mira a tenere il centro ben attaccato ai cristiano-democratici. Sono numeri e ci si fida fino a un certo punto: siamo reduci da elezioni inglesi in cui un distacco abissale nei sondaggi è stato colmato in breve tempo e in modo drammatico. Ma anche Schulz è consapevole dell’attimo che gli è sfuggito di mano e per questo ora tenta la strada che, a sinistra, proprio nel Regno Unito delle sorprese amare, ha avuto successo: redistribuzione e lotta alla diseguaglianza. La proposta economica lanciata dal candidato socialdemocratico è stata definita un po’ troppo frettolosamente corbyniana, dal momento che è molto meno radicale di quella del leader laburista inglese. Con la Merkel che rosicchia spazi elettorali nell’area moderata, Schulz sceglie di collocarsi più a sinistra e prevede tasse più alte per i più abbienti (dal 45 al 48 per cento per i redditi sopra i 250 mila euro; dal 42 al 45 per cento per i redditi sopra i 76 mila euro) con un alleggerimento fiscale complessivo di 15 miliardi di euro per le famiglie a reddito medio e basso. La patrimoniale non c’è più e gli investimenti valgono circa 30 miliardi di euro, la proposta farà “bene” all’Europa, ha puntualizzato Schulz, e l’accoglienza è stata abbastanza buona, se si escludono i due fronti più critici: la Confindustria e la Linke, che ambisce, lei sì, all’effetto sorpresa in stile corbyniano e dice che con questi pochi spiccioli non si possono gestire i grandi investimenti necessari in istruzione e sanità. Con i liberali che riempiono i comizi come non accadeva da anni e con i populisti di destra in declino, la corsa tedesca diventa quasi sorprendente: si parla di Europa, si parla di moderati di destra e di sinistra, anche quando si tassano i più ricchi.

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