Fiscal compact pieno, Italia ubriaca
Da no euro a no Fiscal compact. Ma la nuova trovata del M5s è una fake news
Abbandonata per il momento l’idea di uscire dall’euro via referendum, proposta che non tira più come una volta, la nuova trovata del Movimento 5 stelle è quella di non ratificare il Patto di bilancio europeo per risollevare l’economia. Lo hanno ribadito i migliori cervelli del Movimento: Luigi Di Maio, Casaleggio junior, Marcello Minenna e Beppe Grillo (“Il Fiscal compact è una truffa semantica, economica e morale”, ha detto). Ma com’è possibile non ratificare un trattato che il M5s voleva già abolire nel 2014? Quella di Grillo e degli altri è una truffa semantica: non c’è da ratificare il Fiscal compact, è stato già fatto nel 2012, quello che bisognerà fare è decidere se inserirlo o meno nei Trattati europei. Ma anche se il Parlamento dovesse decidere di non farlo, il Fiscal compact continuerà a restare in vigore come è stato negli ultimi 5 anni. E come, peraltro, è implicitamente previsto dalla nostra Costituzione che prevede “l’equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio”. E’ l’ennesima fake news, che però indica un problema più grave, visto che anche il Pd di Renzi dichiara di “voler rivedere il Fiscal compact”. L’Italia deve mantenere una disciplina perché ha un debito pubblico enorme e per portarlo a livelli accettabili servono, come ha ricordato il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, avanzi primari del 4 per cento a prescindere dal Fiscal compact. Gli accordi europei inoltre vanno visti in un’ottica complessiva di riduzione e condivisione del rischio: non ci sono Mes e politiche accomodanti della Bce senza Fiscal compact, non c’è Unione bancaria senza bail-in. La classe politica invece, con sfumature diverse, fa credere di poter ottenere la botte piena e la moglie ubriaca. Il rischio è di ritrovarsi col risultato opposto.