Brutta aria a Siracusa
Sequestrato il polo petrolchimico per inquinamento, malodori e malumori
Su richiesta della procura, il gip di Siracusa ha disposto il sequestro preventivo di due impianti industriali, lo stabilimento Esso e gli stabilimenti Isab, per inquinamento dell’aria. L’inchiesta su uno dei poli petrolchimici più importanti d’Europa è iniziata due anni fa e si è avvalsa della consulenza tecnica di navigati esperti di queste faccende. Un pool di sostituti, coordinati dal capo della procura Francesco Paolo Giordano, ha riscontrato un “significativo contributo al peggioramento della qualità dell’aria dovuto alle emissioni degli impianti”.
Tutto è partito da esposti e denunce di privati di cittadini, movimenti ambientalisti ed enti territoriali che si lamentavano della cattiva qualità dell’aria, doglianze che hanno trovato riscontro in particolare con riguardo alle sostanze odorigene “non normate”, riportano le agenzie stampa. Pertanto per consentire il dissequestro la procura ha imposto agli impianti, “in concerto” con i tecnici che ha scelto, un cronoprogramma con una serie di prescrizioni per adeguarsi alle migliori tecnologie disponibili.
Le imprese avranno 15 giorni di tempo per decidere se adeguarsi o meno. Nell’attesa di capire quali siano le precise contestazioni, il responsabile per le relazioni esterne di Isab ha commentato in maniera stringata: “Ci siamo sempre comportati in aderenza alle autorizzazioni che ci sono state rilasciate”. E paradossalmente la cosa, in questo paese, potrebbe non bastare. Perché, a quanto è dato di capire, il sequestro riguarderebbe sostanze “non normate”, cioè assenti dai tabellari di legge. Non c’è dubbio che un polo petrolchimico produca sostanze odorigene e non fragranze floreali. Come è altrettanto probabile che le emissioni degli impianti dell’industria pesante abbiano dato contributo al peggioramento della qualità dell’aria. Pur comprendendo il particolare contesto siracusano, dove la responsabilità dei monitoraggi appare controversa, il punto dovrebbe comunque essere il rispetto delle leggi e delle norme, che se inadeguate dovrebbero essere aggiornate o modificate. Invece in materia ambientale è già accaduto che, con il contributo di esperti periti che viaggiano lungo tutta la penisola, nascano inchieste per la violazione di codici non scritti. “E’ una prima risposta che si riesce a dare alla popolazione”, ha commentato il capo della procura di Siracusa. Ecco, forse la chiave dell’inchiesta è tutta lì: un pronto intervento per rispondere ai malumori in città.